Demolito in Umbria il partito delle manette

La grassa risata di Matteo Salvini, che già guarda minaccioso all’appuntamento del 26 gennaio in Emilia Romagna (il leader della Lega ha già organizzato la prima convention per metà novembre a Bologna), pende come una scure sulla testa del governo giallorosso. Alla vigilia del voto umbro, il premier Giuseppe Conte aveva provato maldestramente a ridurne l’impatto. Ma il partito delle manette – che durante la discussione della Finanziaria ha sponsorizzato fino alle estreme conseguenze il carcere per gli evasori (da 4 a 8 anni per chi evade 100 mila euro) – deve fare i conti con il primo fallimento tangibile delle proprie politiche e della nuova, santa alleanza fra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle.

I grillini, che già erano sprofondati alle Europee, scendono sotto l’8% e si giustificano dicendo che “stare al governo con un’altra forza politica non paga” (“perché lo fanno?” verrebbe da chiedersi). Era successo con la Lega, e ricapita adesso col Pd. Di Maio ha perso appeal e l’unica cosa che gli rimane è il governo del Paese. Sebbene “non siamo nati per inseguire il consenso, bensì per portare a casa i risultati, come il carcere per gli evasori di questa settimana e il taglio dei parlamentari della settimana precedente” hanno detto dal Movimento. Ma è anche vero il contrario: che senza il consenso non governi, e se non governi non porti a casa risultati.

Chi risultati non ne porta a casa da anni è il Pd, che puntualmente si ritrova alla guida del Paese. Ed è reduce da una scissione freschissima che secondo Zingaretti non è stata decisiva ai fini della debacle umbra: “La sconfitta dell’alleanza intorno a Vincenzo Bianconi è netta e conferma una tendenza negativa del centrosinistra consolidata in questi anni in molti grandi Comuni. Il risultato intorno a Bianconi conferma, malgrado scissioni e disimpegni, il consenso delle forze che hanno dato vita all’alleanza”. I democratici sono comunque al 22% e non hanno motivo di disperare. Se Renzi, furbescamente si è defilato, al premier Conte resta poco da sorridere. “Io in discussione? Non ho niente, ma ho il sole, il cielo e il mare” ha provato a sdrammatizzare il presidente del Consiglio, commentando con Modugno il risultato umbro.

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