Sui mancati ristori, per dieci milioni di euro, alle imprese del cinema e degli spettacoli dal vivo, il segretario del Pd Barbagallo punge l’operato del governo, anche sotto il profilo amministrativo: “In primo luogo, anziché predisporre gli atti subito, maggioranza e governo si sono resi protagonisti, nell’agosto 2020, di una imboscata in aula – afferma – per fare inserire tra i beneficiari della stessa disposizione anche qualche grosso elettore che nulla aveva a che vedere con il testo iniziale. In secondo luogo, la graduatoria definitiva è stata approvata, con molta calma, solo a fine anno. E poiché i provvedimenti di liquidazione non sono stati emessi prontamente, le somme hanno dovuto aspettare la “reiscrizione” nel nuovo bilancio 2021. Infine, più di recente, un ricorso al TAR proposto dall’Antitrust evidenzia errori da matita blu – spiega ancora Barbagallo – poiché si lamenta l’esclusione delle imprese che operano in Sicilia ma con sede legale fuori dall’Isola”. “In definitiva, se l’assessore Messina è convinto della regolarità della procedura – aggiunge il segretario Dem – liquidi subito le somme. Se invece non lo è riveda immediatamente la graduatoria accogliendo i rilievi proposti e facendo cessare la materia del contendere. Ma lo faccia presto, non c’è più tempo da perdere: le imprese dello spettacolo dal vivo e i gestori dei cinema non possono più aspettare i comodi del governo. E poi, chiuda in bellezza: vada a casa, si ritiri – conclude Barbagallo – perché non è in grado di gestire la cosa pubblica”.
Enrico Ciuni
in Il sabato del villaggio
Barbagallo: dal governo neanche un euro
anthony barbagallocinemapartito democraticoristori
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