La riapertura delle scuole continua a flagellare il governo. Che l’atra notte ha deciso, dopo un summit al cardiopalma, di rinviare a giorno 11. Non sono esclusi ripensamenti. Ma al momento, ciò che passa all’occhio, è lo scontro fra le due anime giallorosse. Da una parte il Movimento 5 Stelle di Lucia Azzolina, dall’altro il Pd di Dario Franceschini. Sono stati loro due – il Ministro dell’Istruzione e il Ministro della Cultura – i protagonisti dello scontro che si è consumato lunedì notte in Consiglio dei Ministri, secondo quando rivelato da Repubblica.  Annalisa Cuzzocrea ha citato alcuni passaggi della discussione. “C’è un problema politico – ha esordito Franceschini -. Il presidente del Lazio Nicola Zingaretti non pensa sia possibile riaprire il 7. Secondo il nostro segretario le scuole superiori devono restare al 100% di didattica a distanza fino al 15”. Lucia Azzolina ribatte subito: “Ma ci state prendendo in giro? Le scuole hanno organizzato turni scaglionati, abbiamo discusso con i dirigenti, mobilitato i prefetti, messo più soldi sul trasporto pubblico, dieci giorni fa abbiamo sottoscritto un accordo con tutte le Regioni che stabiliva che si può aprire solo al 50%, e non al 75 come avevamo chiesto. Dovevamo farlo già a dicembre, avevate detto no ormai il 7 gennaio, abbiamo accettato e adesso sorge un problema politico?”. “Io – riprende Franceschini – se resta la data del 7 domani dico ufficialmente che il Pd non è d’accordo”.