La conoscenza dell’eredità dell’icona diventa una finestra sull’arte e sulla storia di Palazzo Reale. La Fondazione Federico II punta sul compito conoscitivo e rievocativo dello studio dell’iconologia in età Normanna grazie ai Leoni di marmo bianco del XII secolo presenti nella Sala dei Venti, all’interno della Torre Gioaria. Appena restaurati in virtù di una convenzione con il Corso in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Palermo, i Leoni sono tra i simboli che meglio rappresentano la storia di Palazzo Reale.
Oltre che in forma scultorea si trovano, infatti, anche nei mosaici della Cappella Palatina e di Sala Re Ruggero.
Oggi i Leoni rivivono in cloni d’arte ARTFICIAL realizzati attraverso una tecnologia digitale di riconoscimento delle forme tridimensionali analizzando immagini con algoritmi di intelligenza artificiale. Un modo unico per tramandare e possedere l’eredità culturale.
“Stiamo utilizzando – spiegano Gianfranco Miccichè e Patrizia Monterosso, presidente e direttore generale della Fondazione Federico II – un modello di fruizione del Palazzo con un approccio multidisciplinare: un viaggio temporale tra il XII secolo e i giorni nostri in compagnia dello storico dell’arte, dell’esperto della simbologia medioevale, degli specialisti della tecnologia. I leoni rappresentano, quindi, la chiave di accesso alla macchina del tempo. Non a caso abbiamo intitolato questo percorso Avanti con la storia, la tecnologia va utilizzata a supporto della storia nella direzione della ricerca”.
Dietro questo lavoro di studio, ricerca e tecnologia si cela Artficial; un team di giovani visionari che utilizzano il loro know-how tecnologico per alimentare la creatività umana. Una innovativa startup tecnologica premiata nel 2015 al Pioneers Festival di Vienna come una delle 50 migliori startup internazionali, autorizzata a riprodurre, mediante la tecnologia delle stampanti 3d, le più importanti sculture dell’arte classica.
I primi passi di Artficial sono stati seguiti con grande interesse da Invitalia, l’agenzia nazionale del Ministero dell’Economia per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. L’opera viene interamente scannerizzata a laser, per poi esser stampata su fibra di mais in qualsiasi misura e in qualsiasi colore. Diventando, così, leggera, permeabile, contemporanea; senza per questo destabilizzare il concetto di capolavoro.
Un modo per rivalutare i due Leoni marmorei e riappropriarci del loro originario significato storico, artistico e culturale. Proprio quei Leoni che secondo la tesi dello storico Bellafiore, rappresentano l’unica parte superstite della fontana dell’Aula Verde, citata dai cronisti di età normanna. Simbolo del fuoco e del sole, al leone nell’iconologia viene attribuita forza fisica, vigore e solidità; ma anche misericordia, regalità e la Resurrezione di Cristo, nell’intendimento della religione Cristiana.
La smaterializzazione dei due Leoni rappresenta il tentativo, peraltro ben riuscito, di far viaggiare il visitatore di Palazzo Reale e fruitore dell’opera originaria avanti e indietro nella storia. Un’operazione che consente di rielaborare il processo storico-artistico per evitare che il contesto di Palazzo Reale cada in un oblio conoscitivo.