Salvatore Merlo per Il Foglio

Teorema siciliano. La matematica non serve, conta l’opinione

Il peggiore uso della contabilità è quando la si dedica a fini retorici o propagandistici, non per sapere, bensì per far credere ai semplicioni, che in siciliano si chiamano ammuccalapuni. A Palermo, l’Amap, società che gestisce l’acqua con la solennità di chi sa quanto ne resta, lancia l’allarme: i bacini sono secchi, le scorte ridotte a un terzo, e per un quarto di milione di cittadini è già tempo di razionamenti come nel deserto del Gobi. I numeri ci sarebbero, nudi e crudi: 43,5 milioni di metri cubi d’acqua contro i 147 milioni di tre anni fa. Numeri, non opinioni. Ma la Regione siciliana, che guarda i dati come si guardano gli oroscopi di Paolo Fox, risponde serena e ottimista: “Niente panico, non esageriamo”. Sicché il capo della protezione civile..

Solo Elly riconosce a Salvini le doti di un politico di razza

“L’avete sentito che dicono nella Lega? Tenetevi pronti”. Ecco la parola d’ordine. Tenetevi pronti. Un amico del Pd ci avverte che l’intensità delle telefonate e dei conciliaboli intorno a Elly Schlein si è fatta, se possibile, addirittura frenetica. A quanto pare ella, cioè Elly, dal suo trespolo al Nazareno si è convinta che il governo si stia avvitando come un trapano scassato: “Non arrivano alla fine della legislatura”. Bum. E su chi punta lei? Su Matteo Salvini, ovvio. E chi non lo farebbe. Salvini è una sicurezza. Non per niente lo chiamano “Capitano”, affonda sempre la nave. Sicché la segretaria del Pd l’ha detto pure a Stefano Bonaccini, che in teoria sarebbe il capo di quelli contro Schlein ma che in realtà, da circa due anni, cioè da quando ha..

Vieni avanti, Salvini. Giorgia Meloni governa, lui twitta

Lei governa, lui twitta. Gli alleati lo tollerano come un jukebox rotto che suona sempre la stessa canzone, l’opposizione lo gonfia come un palloncino da sagra paesana, ma alla fine è Giorgia Meloni a spegnere le luci. E noi stiamo a guardare, perché in Italia, si sa, anche il dramma più cupo finisce sempre con un Salvini che inciampa sul suo stesso rosario. Ieri pomeriggio, a Strasburgo, la Lega ha votato contro il piano di difesa europeo con quell’aria di chi dice “siamo pronti a iscriverci al Pd di Elly Schlein”. Fratelli d’Italia, i cugini di destra con cui i leghisti dividono il governo, ha invece votato a favore con Forza Italia, lasciando il pacifista Matteo Salvini a urlare da solo contro un mulino a vento che, guarda caso, continua..

Quanticamente Elly. Armati e disarmati allo stesso tempo

Ora, non è che uno voglia dubitare della profondità del pensiero di Elly Schlein. Dopotutto, chi siamo noi per mettere in discussione ella, cioè Elly, insomma una donna che parla di “bivi” europei e “salti quantici” come se stesse dirigendo un film di fantascienza con budget ridotto. Soltanto, qualche volta, ogni tanto, ascoltandola, una certa inquietudine ci coglie. Come ieri, per esempio. Quando l’abbiamo sentita, al termine di un vertice con il Partito socialista europeo, a Bruxelles, sintetizzare la posizione del Pd a proposito del piano di investimenti militari europei, all’incirca in questi termini: “Difesa comune sì, riarmo no”. Che è un po’come dire “mangio volentieri ma non mastico”, “cucino l’arrosto ma non compro il forno”, “canto l’opera però sono senza voce”, “voglio vincere il Palio ma col mulo zoppo”...

Miracolo a Sanremo: Giorgia ed Elly cantano Cristicchi

E’ l’unico vero duetto politicamente vincente di ieri sera, non quello delle magnifiche Giorgia e Annalisa, ma quello di Giorgia (Meloni) ed Elly (Schlein): cantano Simone Cristicchi. Ve lo possiamo garantire. Il presidente del Consiglio non ha guardato molto Sanremo in questi giorni, forse guarderà la finale, dipenderà dagli impegni, chissà, ma “per me ha già vinto Cristicchi”. Ecco. Ed è qui che allora parte il duetto, è qui che la canzone trova il suo acuto, è qui insomma che si compiono le grandi intese repubblicane, perché anche la segretaria del Pd ha detto su Facebook che quella di Cristicchi “è una bella canzone”. Probabilmente questa convergenza, se non cementerà altre intese dopo quella sull’elezione dei giudici della Consulta, se non porterà com’è stato giovedì a ben tre telefonate fra..

Viva la Dc, la democrazia Conti, al festival di Sanremo

Sanremo dal nostro inviato. Evviva la Dc, democrazia Conti. E non per gli ascolti che sono sempre record: undici milioni ottocentomila spettatori, ovvero 64,6 per cento di share (battutaccia di un produttore televisivo rimasto a Roma: “Amadeus si è attaccato alla flebo di fentanyl”), ma per via di questo Festival- miracolo in cui senti le canzoni e non i monologhi, dove persino la noia ha ritmo, e un presentatore che non fa nulla per risultare simpatico (la tradizione è di altissimo livello: Pippo Baudo) viola tutte le regole della banalità obbligatoria, della retorica imposta: “Antifascista? Oggi mi preoccuperei di più dell’intelligenza artificiale”. Oppure ieri, mentre gli ricordavano che Fedez è indagato, manco fosse Daniela Santanchè, mentre insomma partiva Mani Pulite a Sanremo, rispondeva: “Faccio il direttore artistico, non il pubblico..

Sui voli di stato polemiche (e fesserie) di andata e ritorno

Il vero problema dell’Italia in questo momento è... i voli di stato. Fesserie di andata, e fesserie di ritorno. Sembra la battuta di Johnny Stecchino, quella sulle tre piaghe di Palermo: “Abbiamo il sole, il mare, i fichidindia, Empedocle, Archimede, purtroppo siamo famosi nel mondo anche per qualcosa di negativo. Una piaga terribile, e lei sa a cosa mi riferisco…. è il traffico stradale”. La destra accusa il procuratore della Repubblica di Roma, Francesco Lo Voi, adesso diventato eroe della sinistra dopo l’avviso di garanzia a Meloni, di aver viaggiato con dei voli di stato – e gli conta pure gli spiccioli (13.000 euro). Mentre la sinistra accusa il governo di aver sprecato a sua volta dei denari del contribuente rimpatriando il generale libico Almasri con un volo dello stato...

Due dispetti di Renzi a Meloni
nel giorno del compleanno

E' il definitivo naufragio di un amore. Perché ci fu persino un momento in cui lui regalò a lei un anello, uno di quegli “smart ring” che monitorano il sonno e la frequenza cardiaca. Finché però quell’anello lei non se lo tolse, con stizza, e lo gettò nel cestino assieme alla loro quasi amicizia. Sicché ieri, giorno del compleanno di Giorgia Meloni, Matteo Renzi ha fatto depositare in Parlamento due interrogazioni parlamentari che sono evidentemente un dispetto: la prima interrogazione riguarda i regali ricevuti dalla presidente del Consiglio per il suo compleanno (“se superiori ai 300 euro ha restituito la differenza?”) e la seconda, invece, per sapere se per la nuova casa della premier sia stato speso denaro pubblico. Come dire: tanti auguri, cara Giorgia. Tiè, beccate questo! Mentre lei,..

Quando c’era lui alla Cultura. Lui, il venerato Franceschini

La destra è maldestra su come si governa, anzi, su come si galleggia, si sopravvive, si nomina, si fa clientela e ci si protegge dai giornali che mai assaltarono la sinistra malgrado tutto. Dopo appena due anni un ministro della Cultura si è dimesso, e un altro barcolla. Non riescono nemmeno a nominare un capo di gabinetto e finiscono spernacchiati su tutti i giornali. E allora quanto ci manca lui – solo e sempre lui – che nel gabinetto ci gettava 26 miliardi di euro con il bonus facciate e nessuno fiatava. Quanto ci manca, Dario Franceschini! Per otto anni ministro della Cultura, sempre sia benedetto e rimpianto, egli è infatti da sempre un professionista della politica. Lui sì. E come gran parte dei dirigenti del Pd, egli potrebbe oggi..

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