Giuseppe Sottile

Sembra l’età dell’oro
ma è l’età del feudo

Ogni giorno è così. Tu leggi gli articoli sparsi sulle gazzette di Sicilia e credi di vivere nell’età dell’oro: miliardi e milioni per tutti. Oggi si comincia dall’incontenibile Edy Tamajo, assessore alle Attività Produttive, che annuncia bandi a favore delle imprese per un miliardo e mezzo; e si finisce con il presidente Schifani che, per non essere da meno, si guadagna il suo francobollino sui giornali con quindici milioni destinati al restauro del Politeama di Palermo. Dove, ricordiamolo, alberga l’Orchestra Sinfonica Siciliana: un’istituzione che dal maggio dell’anno scorso è governata da un commissario perché la Regione non vuole cedere il comando a un sovrintendente, magari colto e dunque autonomo. Altro che età dell’oro: nella Sicilia assetata non piove acqua, ma piovono milioni. Non si cercano competenze ma sovrastanti. E’ la..

S’avanza in Sicilia
un piccolo Trump

Di Gesap la Regione non detiene nemmeno un’azione. La proprietà dell’aeroporto di Punta Raisi appartiene per quattro quinti al Comune di Palermo e per un quinto alla Camera di Commercio. Non si capisce dunque a che titolo il presidente Renato Schifani – nel silenzio sottomesso del sindaco Lagalla – striglia gli amministratori, impone un direttore generale e silura Vito Riggio, il manager colpevole - si fa per dire - di avere criticato un provvedimento deciso dal Governatore a favore di Ryanair e di due aeroporti minori. È uno Schifani irriconoscibile quello che, dal trono di Palazzo d’Orleans, “giudica e manda” col piglio di un Minosse seduto sulla sponda dell’Ade. Forse, cogliendo lo spirito del tempo, vuole imitare Donald Trump. O vuole essere egli stesso un piccolo Trump. Ovviamente in salsa..

Sanità, forse Schifani
ha preso una cantonata

Sono passati tre mesi. E in novanta giorni l’assessore alla Sanità, Daniela Faraoni, non è stata capace di individuare e nominare il suo successore al vertice della Asp di Palermo, un polmone vitale per salute dei cittadini che risiedono in questa sfortunata provincia siciliana. E dire che lei dovrebbe conoscere a menadito – dopo averli governati per sei anni – gli uomini di quegli uffici, di quegli apparati, di quelle nomenclature. Eppure la nomina non arriva. Arriva invece da Roma una notizia della quale la Regione avrebbe potuto fare a meno. La dottoressa Faraoni non si è presentata a una audizione della Bicamerale sulla insularità e il presidente Tommaso Calderone – deputato siciliano di Forza Italia – ha pensato bene di inviare le carte in Procura. Domanda: a Schifani non..

Abbasso le competenze
la casta non le sopporta

Vito Riggio getta la spugna. La Regione lo aveva insediato al vertice dell’aeroporto di Palermo in virtù della sua competenza e non della sua appartenenza: lui non portava voti né clientele, non assumeva i raccomandati, non assegnava gli appalti agli amici degli amici, non si circondava di pagnottisti, non frequentava i palazzi del potere né le retrobotteghe dei partiti. Era un amministratore abile, autorevole, stimato per la sua storia e la sua cultura. Era, perciò, un corpo estraneo non solo alla casta della politica, anche al mondo che pure lo aveva nominato. Infatti è durato pochi mesi. Durante i quali ha provato a fronteggiare contrasti e appetiti, discorsi pelosi e richiami all’ordine. Ma quando l’assedio si è fatto soffocante ha detto basta: “Il 30 aprile approvo il bilancio e dal..

Ma dei dazi di Trump
la Sicilia se ne frega

Non bastavano le due emergenze che hanno stretto la Sicilia in una morsa per tutto il 2024: da un lato la siccità e dall’altro la sanità. Ora se ne aggiunge una terza ed è la devastazione economica creata dai dazi imposti da Trump all’Europa: aumenterà l’inflazione e si ridurranno le esportazioni del Made in Italy; soffriranno di più le regioni del Nord ma pagheranno un prezzo alto anche le derelitte terre del Sud. E la nostra classe politica che cosa fa? I settanta nullafacenti dell’Ars, da noi chiamati deputati, discutono su come aumentare gli stipendi agli amministratori delle società partecipate: cioè alla casta di sottogoverno. Mentre i partiti di destra, di centro e di sinistra si accapigliano su come spartirsi, con le elezioni provinciali, le poltrone destinate alla casta degli..

Sete d’acqua
e di giustizia

Un impietoso Gian Antonio Stella ha ricostruito sul Corriere della Sera la storia della grande sete di Sicilia. Siamo partiti con quarantasette dighe. Delle quali venti sono state collaudate e diciassette dismesse. Altre sono state abbandonate “prima ancora di essere finite e dopo avere stuprato il paesaggio”. Non solo. La Regione ci ha provato pure con il Pnrr: ha presentato trentuno progetti che puntualmente sono stati tutti bocciati. Uno scempio, non c’è che dire. Ma chi paga? Nessuno. I magistrati ordinari perseguono i reati, dalle ruberie alla corruzione, non la mala politica. La Corte dei Conti sorveglia su bilanci e impegni di spesa ma i disastri non sono materia di sua competenza. Avrebbe dovuto scattare il giudizio – il Dies irae, stavo per dire – del popolo sovrano. Però non..

I ritardi di Croce
e quello di Faraoni

Il ritardo con il quale l’Asp di Trapani ha oltraggiato centinaia di pazienti colpiti da tumore, è stato bollato dalla stampa con gli aggettivi più pesanti: scandaloso, vergognoso, scellerato, ripugnante. Quali aggettivi riserveranno i giornali al ritardo che l’assessore regionale della Sanità, Daniela Faraoni, ha già accumulato nella nomina del proprio successore al vertice dell’Asp di Palermo? La sede è vacante da metà gennaio e Dio solo sa quanto bisogno ci sarebbe di un manager competente e motivato in una struttura che per sei anni è stata amministrata con uno snervante grigiore burocratico. Ma la dottoressa Faraoni non coglie l’urgenza e aspetta il via libera della politica. Cioè di quegli stessi partiti che nel giugno dell’anno scorso, dopo mille trame e contorsioni, avevano affidato l’Asp di Trapani al tragico Ferdinando..

Sbardella non basta
Intervenga Meloni

Giorgia Meloni dovrebbe forse dedicare maggiore attenzione ai suoi Fratelli d’Italia. E dovrebbe pure approntare una profonda e immediata riflessione sulla questione morale. Attorno a Ferdinando Croce – protagonista di uno scandalo ripugnante come quello che si è abbattuto su centinaia di poveri cristi colpiti da un tumore – non si può alzare un muro di protezione; perché si passa dall’arroganza alla protervia; dal comparaggio alla complicità. La Presidente del Consiglio, per fortuna, non è una sprovveduta. E ha la sensibilità necessaria per evitare che gli sfortunati pazienti dell’Asp di Trapani subiscano un altro oltraggio. Richiami dunque alla decenza gli spregiudicati padrini del camerata Croce, lanci un altolà agli irriducibili gerarchi di Sicilia e li inviti a rinunciare, almeno stavolta, al proprio cinismo. Il commissario Sbardella da solo non ce..

I reduci di Coblenza
e gli scandali di Sicilia

I settanta deputati dell’Ars somigliano sempre più a quei nobili che, rientrati in Francia dopo l’esilio di Coblenza, “nulla dimenticarono e nulla capirono”: pensarono solo a riconquistare i privilegi perduti durante la Rivoluzione. Fuori dal Palazzo dei Normanni ci sono le scelleratezze dell’Asp di Trapani e c’è il manager che, protetto dai camerati di Fratelli d’Italia, non paga pegno. Ma chi se ne frega. Della questione morale si è persa ogni traccia. Persino la Corte dei Conti, che dovrebbe vigilare sulla trasparenza della spesa, non riesce a chiudere un’inchiesta e a punire uno dei tanti sprechi. Restava in piedi l’Irfis, l’istituto di finanziamento alle imprese, ma una faida sotterranea tra fazioni del centrodestra rischia di trascinarlo nel terreno limaccioso del sospetto. Per favore, dateci un motivo per credere in questa..

Di zelo in zelo
Croce resta lì

Aveva ragione Piero Calamandrei, grande maestro di diritto: “L’eccesso di giustizia è già malagiustizia”. Gli ispettori inviati a Trapani dal ministro Schillaci, meloniano, per passare a setaccio le nefandezze dell’Asp guidata dal camerata Ferdinando Croce chiedono ogni giorno nuovi documenti. Non gli basta il ritardo scellerato con il quale sono stati consegnati ai pazienti i risultati di 3300 esami istologici. Gli zelanti ispettori vogliono date e tempi di refertazione di ogni biopsia inviata ai laboratori di anatomia patologica tra il 2024 e il 2025. Un dossier difficile da compilare. E per il quale saranno necessari tempi lunghi. Lunghissimi. Durante i quali l’indomito Croce resterà imbullonato alla poltrona. Come la Santanché, come Del Mastro, come il Balilla e tutti i gerarchi di Fratelli d’Italia iscritti alla casta bramina degli “Intoccabili &..

Gerenza

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