Lorenzo Matassa

Le finzioni del tonno
Una metafora marinara
per il caso Palamara

C'è una frase dell'antica tradizione marinara siciliana che racconta una immensa metafora del vivere sociale. La narravano i "Raìsi" (coloro che dirigevano la pesca nelle tonnare) ai bambini quando in Sicilia si praticava ancora l'antica mattanza. "Finiu comu un mistinu dintra la riti..." L'esperta sapienza dei cacciatori delle tonnare sapeva bene che il mare consegna le sue verità, a volte dolorosamente tragiche. Il "mistinu" è qualcosa che non era previsto entrasse nella rete dei tonni. A volte è uno squalo, a volte è un delfino. Pensiamo al delfino. Per gli umani è un mammifero sacro e non toccabile, se non si vuole sfidare Nettuno e le sfortune che quel Dio è in grado di infliggere. Nessuno può volere la morte di un delfino: non lo desiderano i tonni e neppure..

Vi spiego perché con Giovanni Brusca lo Stato ha perso

“Gli errori che commetti in profondità li pagherai in superficie” (Enzo Maiorca). Entro a gamba tesa su un argomento che ha indignato le coscienze di tutti. Lo faccio con la consapevolezza di stare commettendo un fallo, ma assolutamente necessario per evitare che un anziano giocatore possa andare in goal. Non è vero che lo Stato ha vinto la partita contro Brusca ed i suoi compagni di merenda. Non è vero per il motivo che spiegherò qui di seguito. La lotta alla mafia, soprattutto dopo la strage Chinnici (29/7/1983), andava trattata come un problema militare con leggi speciali e regole di ingaggio militari (molto simili a quelle utilizzate dagli inglesi contro i terroristi in Irlanda). Perché a chi uccide i servitori dello Stato e ti bombarda un’autostrada non puoi rispondere con..

Falcone e l’aeroporto: l’esito del patto con il diavolo

Ancora un anniversario. Ancora uomini sull’attenti e corone d’alloro. Ancora le note del silenzio militare a colonna sonora di un ricordo... In questa ricorrenza vi è qualcosa che il tempo ha saputo trasformare in dolorosa saggezza. Come se la strage - volendo cancellare un uomo e la sua idea - ne avesse, invece, iscritto per sempre il nome nel firmamento della storia umana. Ma la domanda è ancora lì, in tutta la sua esplosiva importanza: “Perché fu ucciso Giovanni Falcone?” Non mi interessa una risposta di tipo giudiziario, questa la lasciamo alle corti ed ai tribunali. D’altronde, qualcuno di voi conosce, forse, il nome dei militari romani che inchiodarono il Nazareno sulla croce? Ben altro occorre conoscere di quell’annunciato e tragico sacrificio. Ad esempio, occorre conoscere come mai il sud dell’Italia..

Il futuro è certo,
ma è il passato
ad essere imprevedibile

Sicuramente avrete riletto più volte il titolo di questo articolo. In effetti, a prima vista, potrebbe sembrare incomprensibile visto che recita l'esatto contrario della regola esperienziale umana. Eppure questa frase fu solennemente pronunciata da un uomo passato alla Storia come il padre della rivoluzione bolscevica. Correva l'anno 1920 e - nella Russia ancora grondante di sangue - Lenin usò quell'aforisma per indicare ai suoi compatrioti il radioso orizzonte del paese. Di fronte alla necessità di voltare pagina e aprirsi ad una nuova vita, quella frase era una orgogliosa (e molto rossa...) bandiera. Ma la lungimiranza politica e l'ottimismo della volontà non possono cancellare ciò che si è radicato nella Storia. Il contenuto di quel passato, la sua reale interpretazione non può (e non deve) mai essere dimenticata. Portando all'estreme conseguenze..

Berlino, il Covid e il diritto di ognuno a ritornare libero

Per qualche tempo ho vissuto a Berlino durante la guerra fredda in una città divisa dal muro. Di quel periodo coltivo tanti ricordi, tutti inondati dalla meravigliosa luce della giovinezza. Anche quando la città poteva sembrare fredda, tetra ed inospitale in realtà era avvolta dal brillante sogno della speranza. Non è casuale che questa speranza sia giunta - anni dopo - a suggellare il desiderio di libertà del suo popolo. Un pensiero, tra tutti, era stato la bandiera del movimento dei berlinesi dell'Est. Lo scrivevano su ogni faccia di quell'odiato ed alto muro poi demolito a colpi di piccone: "Potrò dormire solo quando sarò morto". In quella frase vi era il concentrato in purezza di ciò che un essere umano avverte allorché la sua libertà viene ingiustamente limitata. Era un..

Giudici santi e peccatori. Come risistemare il sistema

Non vi farò il riassunto delle puntate precedenti perché le conoscete già. In questo "Italia's got talent" della magistratura deviata, infatti, avete già visto tanti nani e ballerine. Nel sequel scintillante del "Palamara Superstar" nulla manca per una grande sceneggiatura della risata tragica. Duecentomila copie in una settimana: il sogno di ogni editore. C'è il protagonista principale che, attroiato in solo uno dei suoi tanti telefoni, viene colpito ed affondato come nella battaglia navale. C'è il suo finto confessore delle colpe, il quale - stranezza della Storia - ha un nome che ricorda il narratore del periodo più buio e delittuoso della Roma antica. Ci sono uomini e donne, di rilievo pubblico, contaminati dall'attroiamento che tutto infetta come se fosse una specie mutante del coronavirus. E c'è un anfiteatro Flavio,..

Dentro il libro porno di Palamara ci sono pure reati

“Tutto questo avrà senso nella seconda parte...” Riassunto delle puntate precedenti: Un virus trojan, inoculato (ipse dixit!) all'interno del cellulare di un facilitatore di importanti incarichi giudiziari, rivela uno scenario apocalittico. L'Italia intera scopre qualcosa che già sapeva da molto tempo... Nella magistratura non vi era incarico di rilievo che non fosse determinato, condizionato e sottomesso al volere (se non allo strapotere) di pochi oligarchi. Muovendo dall'idea che la pluralità ideologica sarebbe il sale della democrazia partecipativa, essi avevano assaltato le saline istituzionali impossessandosene. Il facilitatore - radiato dal "Sistema" con un istantaneo ed esemplare processo disciplinare - non accettava la sua punizione ed elevava lo scontro pubblicando un libro a luci rosse. Pagina dopo pagina, sapientemente guidato dal filo di Arianna del suo mentore, il facilitatore raccontava di quanti..

Ma i magistrati
non sono tutti
come Palamara

"L'essenziale è invisibile agli occhi..." (Antoine de Saint-Exupéry) Tanto tempo fa vidi scritto, all'interno di una nota libreria della città, una frase che ancora oggi non ho dimenticato: "Vuoi farti un nemico? Regalagli un libro". Mi sembrava strano e contraddittorio che quell'invito ammiccante campeggiasse là dove i libri venivano venduti. Se era una "boutade" per dire che la lettura non sempre unisce (ed a volte anche divide)... beh... il tale che l'aveva scritta era un genio. Vi sono libri, infatti, che non dovrebbero essere né letti né regalati: "Il Sistema" della premiata ditta Palamare & Sallusti è uno di questi. Volete sapere il perché? Semplice. Si tratta di un testo altamente pornografico, in cui sono descritte tutte le indicibili (ed incredibili) promiscuità della magistratura viste dal buco di una serratura...

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