Giuseppe Maria Del Basto

Un tweet della Meloni su Buttanissima. Dedicato al Balilla

Chapeau. Giorgia Meloni ha ripreso in un twitter il “canto in memoria di chi non c’è più” scritto da Pietrangelo Buttafuoco e pubblicato da questo giornaluzzo con un titolo marcatamente romantico e all’un tempo politico: “Una storia di famiglia, la destra”. Inutile negarlo: la sensibilità della leader di Fratelli d’Italia e, soprattutto, la sua gentilezza nei confronti di una testata che di certo non le è stata vicina in questa campagna elettorale, offrono un’immagine opposta alla volgarità di certe faccette nere siciliane, sguaiate e impresentabili. Ricordate il Balilla, quel ridicolo padroncino dell’assessorato al Turismo che insultava a colpi di “suca” chiunque si azzardasse a criticare le sue spese pazze, le sue sbracature da parvenu al festival di Cannes, le sue fittissime relazioni con l’editore della Gazzetta dello Sport, le sue..

Le profezie nefaste di Musumeci, la rivincita di Miccichè

Lo diceva col tono di chi era appena sceso dal Monte Sinai: “Non avrai altro presidente al di fuori di me”. E aggiungeva che almeno quattro sondaggi dicevano che solo lui, Nello Musumeci, governatore uscente, sarebbe stato in grado di sbaragliare il 25 settembre qualunque concorrente. Profezie vacue, vuote, quasi farlocche. Perché, dopo una campagna elettorale affrettata e ansimante, la realtà ha dimostrato che un altro candidato c’era e che quel candidato, con il suo equilibrio e la sua moderazione, ha superato il quaranta per cento dei voti. Era Renato Schifani: ex presidente del Senato, un uomo delle istituzioni, un forzista della prima ora. Alle geremiadi del Re Sole catanese – après moi le déluge, dopo di me il diluvio – si era unito il coro dei fedelissimi: da Ruggero..

Ritratto di tre assessori raccolti in un interno con rancore

Sinceramente non ricordo se l’ultimo decreto della giunta guidata da Nello Musumeci sia stato il finanziamento di tremila euro per le divise della banda di Monreale o la nomina del Comitato regionale per la Comunicazione, meglio conosciuto come Corecom. Stiamo parlando di provvedimenti strutturali, di decisioni che incideranno pesantemente nel futuro sociale, economico e politico della Sicilia. Basta pensare che il governatore e i fidatissimi del suo cerchio magico hanno accantonato questioni come il pagamento delle somme dovute da anni a costruttori, imprenditori e convenzionati esterni della sanità – tutti con l’acqua alla gola per via di una crisi senza precedenti – pur di impupare come si deve i musicanti di Monreale e pur di dare una guida di saggezza e competenza a un ente del quale si parla una..

Guardateli: dai rancori all’inciucio il passo è breve

Un indomabile rancore verso Gianfranco Miccichè, colpevole di avere decretato la fine del suo governo. E un incontenibile livore verso i giornali che hanno raccontato le malefatte del suo cerchio magico: gli scandali del Bullo, le volgarità del Balilla, lo strapotere di Ruggero Razza, imperatore della Sanità. Nello Musumeci ieri a Catania ha dato sfogo alla sua rabbia. Lo ha fatto davanti a Renato Schifani, il candidato del centrodestra che, con ogni probabilità, gli succederà a Palazzo d’Orleans. Il quale – bisogna dirlo – ha incassato senza fiatare. Anzi. Ha ricoperto di genuflessioni il vecchio governo e ha promesso che chiamerà Razza a Palazzo d’Orleans. Ah, se anche i giornali fossero come Schifani: Musumeci non avrebbe il rimpianto di avergli dato 15 milioni della Regione e di non averli trasformati..

Tutti ai piedi dell’imperatore per la favola della sanità

Le Faccette nere catanesi oggi saranno tutte lì, come una falange, ad applaudire Ruggero Razza, l’imperatore della Sanità che non si rassegna a lasciare il regno ricchissimo e opulento – otto miliardi in bilancio – di piazza Ottavio Ziino. Ci sarà il pizzetto, usurato e revanscista, di Nello Musumeci che non ha mai accettato la detronizzazione, anche se Giorgia Meloni, lo ha risarcito con un biglietto di prima classe per Roma, destinazione Palazzo Madama. E ci sarà il pizzetto dannunziano di Enzo Trantino, venerabile maestro e santone di tutti i neofascisti cresciuti all’ombra dell’Etna. Dicono che sarà un focus, una kermesse, un incontro. Nel corso del quale Razza, allievo prediletto di Trantino e potentissimo braccio destro di Musumeci, illustrerà le meraviglie realizzate nei cinque anni del suo mandato. E affermerà..

Gerenza

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