Giuliano Ferrara per Il Foglio

La verità non vince sul complottismo. Conrad, aiutaci tu

Che il rapporto con la realtà oggettiva, tangibile, testimoniata, addirittura vista e filmata, sia oggi inquinato dal preconcetto ossessivo, dallo schema ideologico, è una cosa ormai risaputa e perfino ovvia tanto diffuse e incontrovertibili ne sono le prove. L’ultima è quella della reazione complottista alla tragedia di una grande barca, il Bayesian, affondata durante un tornado a trecento metri dalla costa siciliana. Si scava nella biografia di Mike Lynch, imprenditore del tech e dell’intelligenza artificiale il cui corpo incastrato in cabina è stato appena ripescato, dopo quello di altri suoi ospiti “eccellenti”, a oltre cinquanta metri di profondità. Compaiono connessioni, i rapporti eventuali con i servizi segreti di imprese specializzate nei dati, che dei servizi sono le banche di base, le imprese di Lynch. In quasi perfetta sincronicità era morto..

Chi vota Vannacci? Chi ha perso il valore della parola

Gli invotabili sono una categoria particolare, oggi molto in auge e molto votata. Il macroesempio è Trump, che si dice protetto da Dio per salvare il mondo. Si può votare un tronfio megalomane? Il microsempio è il generale italiano che minaccia di aprire la patta dei pantaloni come atto di gender culture e, dimostratosi maschio in effigie potenziale, vuole dimostrarsi anche bianco affermando con una certa pomposa solennità che Paola Egonu è nera di pelle. Si può votare un uomo dall’intelligenza tanto temeraria? Certo che no. Eppure questa posizione, questo scontato diniego, deve conquistarsi il suo spazio, la sua credibilità intellettuale e politica, insomma bisogna faticare per un obiettivo in apparenza così ovvio, così facile in teoria da raggiungere. Come mai? Fior di conservatori americani hanno spiegato che Trump non..

Il gatto col papillon. Ritratto balzachiano di Lino Jannuzzi

Siccome sapeva tutto, perché era un gattaro con i baffi ma anche un gatto col papillon, Lino Jannuzzi era un mistero solo a sé stesso. La finzione era la sua allegria segreta, il suo strumento di lavoro nell’accertamento parossistico della verità. La sua natura non era quella stanca del giornalista, sebbene balzachiano per professione (e il libro minuscolo appena pubblicato da Claudio Cerasa va letto pensando a lui). Nemmeno quella del narratore, sebbene i grandi processi dal Sifar a Tortora a Buscetta a Andreotti, e i sogni di Pietro Nenni addormentato su una panchina, li ricorderemo nella sua prodigiosa messinscena, e le altre varianti della memoria a verbale saranno semplicemente dimenticate. Del suo dongiovannismo, della mascheratura goliardica, del poker con Renato Salvatori, dei tori accompagnati senza toccarli nell’encierro di Sanfermines,..

Questo immenso teatro della crudeltà chiamato Olimpiadi

Le Olimpiadi sono spettacolo per famiglie, in apparenza, e magari di pura passione per la gara in sé, in realtà a guardarle bene sono un immenso teatro della crudeltà. Alla bellezza dei giochi, alla loro varietà, al campione universale di umanità che esprimono e rappresentano, corrisponde la costruzione o coltivazione intensiva dei corpi degli atleti con effetti di armonia e bellezza classica e di deformazione funzionale del visus e della muscolatura. Si capisce a un primo sguardo la fatica impiegata in anni di preparazione accanita, si intuisce come sogno e incubo l’ansia del primeggiare che è la vera gloria di competizioni alle quali in teoria si dovrebbe prima di tutto partecipare decoubertianamente, e solo dopo eventualmente vincere. Balle. La caccia alla medaglia cancella ogni aspetto genericamente sportivo, com’è d’altra parte..

Del taccheggio nelle forche commerciali di un Duty free

Fra i tanti diritti si sono dimenticati il diritto al taccheggio. Piero Fassino, come il padre dell’imperatore Adriano secondo Marguerite Yourcenar, è un uomo “sopraffatto dalla virtù”, come capita a non pochi torinesi (viene da Avigliana, ma fa lo stesso). La virtù è il tarlo roditore del suo berlinguerismo e l’origine di certe sue uscite politiche innocenti. La cazzata che gli è imputata, ma vedremo dopo la gogna mediatica che cosa ne resterà, credo niente, è il virtuoso e inconscio depredamento di un Duty Free, la cosa più obbrobriosa della società moderna. Per uno Chanel, poi, che è un profumino della malora, neanche un Armani Acqua di Giò o un Paco Rabanne o il vecchio Ma griffe, che era l’essenza amata di Rossana Rossanda. Tutto sbagliato, ma tutto da rifare...

Delenda Carthago… E noi invece
lasciamo prosperare l’Iran

Non ho mai letto la Pseudodoxia epidemica (1646), confutazione degli errori popolari del famoso medico scrittore e filosofo iperumanista, e un po’ barocco, Thomas Browne, calvinista e esoterico autore della famosa Religio medici sontuosamente proposta per noi italiani da Roberto Calasso tanti anni fa. Vabbè, direte alla Masneri, mettiti in regola e non rompere. Però l’idea che le moltitudini, esclusi sempre i presenti, cioè quel che resta degli individui, siano imbragate in una rete di opinioni equivoche, inscalfibili dal contatto con la realtà, è bellissima e attualissima. Un Panebianco in gran forma ha passato sabato scorso in rassegna gli effetti possibili della dittatura del breve termine sulle nostre vite, parlando di Trump che lavora per Putin e asseconda gli umori elettorali pigri dell’opinione americana, e dell’Europa e dell’Italia, che mettono..

Scalfari non era il nonno messo in scena cent’anni dopo

Rispetto lo Scalfari amico, padre, nonno e ora idolo centenario di “una strana gioia di vivere”, come lo rappresenta un suo sodale e biografo della maturità, estraneo alla genesi e alla storia dello scalfarismo ma non al declino rampante del grande vecchio, il forte e chiaro Francesco Merlo. Nella drammaturgia o orchestrazione delle celebrazioni più andanti mi sembra si perda qualcosa di essenziale come il suo cinismo, il suo gusto per il potere e la frode intellettuale, la sua totale assenza di scrupoli, l’immoralismo travestito da predicazione di valori, il rapporto disinvolto con il denaro societario e il patrimonio personale, lo sfrontato provincialismo culturale, l’ambiguità politica, tutte cose molto importanti della sua personalità e del suo immenso successo di mercato come portavoce e profeta della nuova classe media italiana. A..

L’incomprensibile diffidenza del Papa verso il sacro

Posso sbagliarmi, non esiste un dogma dell’infallibilità quanto alle opinioni, che sono anzi cosa modesta, ma la diffidenza di questo Papa verso il sacro ha qualcosa di incomprensibile. Un certo grado di separazione dal mondo spirituale, simbolico e materiale, dal secolo, dalla vita ordinaria di uomini e donne andrebbe mantenuto. Il funerale del catafalco alle esequie papali, lontane quanto Dio vorrà, è uno dei modi, secondo Francesco, per avvicinare al pubblico normale dei fedeli le usanze della Chiesa: una bara come tutti, è l’auspicio, perché anche e forse soprattutto in senso cristiano “uno vale uno”. Lo stesso per il segreto del Conclave: Scola spostò i suoi voti sul mio nome, ha detto il Pontefice in un’intervista. Da esterno alle procedure e alle regole scritte e non scritte della cattolicità, senza..

Tarquinio il miope, l’ultima farfalla inseguita da Elly

Marco Tarquinio è un cronista in carriera, già direttore di Avvenire, il quotidiano della Cei da lui riposizionato prontamente dopo la caduta di Dino Boffo in seguito a una campagna di diffamazione e, sopra tutto, dopo l’eclissi di Camillo Ruini come influente cardinale dell’era giovanpaolina e ratzingeriana. Una ottima persona, intendiamoci, con il suo professionismo e bergoglismo d’ordinanza, ma la sterminata corposità e lunghezza della lista dei premi da lui ricevuti e, peggio, meritati, indicano una certa modestia di orizzonti, la carriera di un commendatore (è anche Commendatore) delle patrie lettere giornalistiche. Nel 2023, a un anno dall’invasione dell’Ucraina, ha mollato il giornale che dirigeva con discreti risultati editoriali, e ha ripreso con molta insistenza ad affacciarsi ai talk-show per rappresentare il partito della pace, da commendatore a commentatore, insomma..

Pulpiti e fuori onda. Ma Fiorello, che è un genio, perdona

Bravo Fiorello, che ha perdonato e si è perfino scandalizzato dello scandalo. Il fuori onda va decisamente riabilitato: per riabilitarlo, va compreso, definito per quello che è. Il fuori onda è, come dicono gli anglosassoni del matrimonio, a shocking invasion of privacy. In due si guadagna un mondo di bene e si realizza il meglio della vita, ma si perde il buon isolamento, quella indisciplinata e naturale tendenza a coltivare l’amor proprio come quando dove si desidera. Se poi quel “due”, con il fuori onda, diventa la comunità degli spettatori, il circolo estesissimo dei guardoni e degli origliatori, il guaio è ancora più grosso, letale. Si manda in onda quel che non doveva andarci, quel che buona educazione e ipocrisia avevano escluso dalla piazza pubblica, si viola l’intima libertà di..

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