Huffington Post

239 dubbi sul Ponte sullo Stretto
Di chi? Dello stesso governo

Prima di partire il progetto del Ponte sullo Stretto ha bisogno di 239 risposte ad altrettante richieste di integrazioni e documenti da parte del ministero dell’Ambiente. Tante, troppe, per i critici della maxi-opera sostenuta da Matteo Salvini e che dovrà collegare Calabria e Sicilia. Un numero congruo dato il progetto, secondo la società Stretto di Messina, la partecipata del Mef incaricata di realizzare l’opera. Gli appunti sono contenuti in undocumento di 42 pagine della commissione tecnica di valutazione di impatto ambientale Via-Vas. Per la valutazione di impatto ambientale vera e propria sono state richieste 155 integrazioni. Altre 66 i sono state richieste per la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un'opera sui siti Natura 2000, i siti protetti di interesse Ue. Per il Piano di utilizzo terre..

Missili e droni nel cielo di Israele
L’Iran attacca, pronta la reazione

L'attesa ritorsione dell'Iran contro Israele scatta nella notte fra sabato e domenica. Attacchi multipli, con un'ondata di missili e droni diretti verso il suolo israeliano partiti dall'Iran e da altri paesi come Libano e Yemen dove sono presenti milizie alleate. Il governo israeliano stima che siano stati lanciati oltre 200 missili. Fonti iraniane riferiscono che vengono utilizzati anche missili ipersonici e Kheibar nell'operazione chiamata Vadeh Sadegh (Vera promessa). Le sirene di allarme risuonano nell'area di Gerusalemme e nel sud del paese, fa sapere l'esercito israeliano. Si sentono esplosioni nel cielo di Gerusalemme, dovute a missili e droni intercettati dall'Iron Dome, aiutato dai caccia americani e britannici. I pasdaran dicono che obiettivi sono stati colpiti in Israele, come una base dell'aeronautica nel Negev, mentre in Iran si festeggia in strada sventolando..

Mafia a Bari. Decaro accusa
la destra e fa mezzo mea culpa

Lo sguardo lucido, l’abbraccio dei fedelissimi. “Ci difendiamo Antonio, non ti preoccupare, ci difendiamo”, gli dicono. Ma per Antonio Decaro è l’ora più difficile. Davanti alle telecamere, il primo cittadino imbraccia i faldoni, mostra le foto, collega i fatti. “E non mi dite che faccio l’ingegnere”, scherza. Con una conferenza stampa, il sindaco prova a fermare le porte scorrevoli della politica pugliese. Il mood “così fan tutti…”, con echi lontani di cozze pelose e campagne acquisti al limite dell’incidibile, il rosso col nero, ma anche il bianco e il verde. Dopo due mandati da sindaco, Decaro aveva immaginato un’altra uscita di scena. Tra poco più di un mese il suo nome sarà tra quelli dei candidati alle europee nella circoscrizione Sud. E invece. Il commiato da Bari viene guastato da..

Il Fisco secondo Meloni: viva le
partite Iva, abbasso le big tech

Macché autonomi. Sono i grandi colossi della tecnologia e i padroni dei social network che occorre inseguire per un fisco giusto. Il governo fa così quadrato attorno a una delle componenti della propria base elettorale: il piccolo imprenditore, la partita Iva, il professionista. Non sono loro a dover portare lo stigma del ricco da tassare. Le coordinate sull'idea che il governo ha del Fisco le ha date la premier Giorgia Meloni. "Non penso, non dirò mai che le tasse sono una cosa bellissima, sono una cosa bellissima le libere donazioni, non i prelievi imposti per legge", ha spiegato marcando le distanze dalla frase simbolo cui spesso è stato inchiodato il ricordo del ministro dell'Economia del secondo governo Prodi, Tommaso Padoa-Schioppa. Continua su Huffington Post

Dossieraggi. Commissione d’inchiesta? Renzi sfida Meloni

Secondo Fratelli d'Italia e Forza Italia bisogna andare fino in fondo su "autori e mandanti" ma ci sono già la commissione Antimafia e il Copasir. Secondo la Lega "serve subito una commissione d'inchiesta". Emergono anime diverse nel centrodestra sulla proposta dei ministri della Giustizia Carlo Nordio e della Difesa Guido Crosetto, i quali auspicano una commissione parlamentare con "potere inquirente" che indaghi sul presunto dossieraggio. Favorevole Matteo Renzi, che sfida la premier: "Cara Giorgia Meloni, misureremo il tuo coraggio dalla capacità di dare seguito a una richiesta fatta non da Renzi ma da Nordio e Crosetto, due tuoi ministri di Fratelli d'Italia. Ho il sospetto che una parte della maggioranza, una parte di Fratelli d'Italia farà di tutto per affossare questa commissione d'inchiesta". Renzi ne avrebbe voluto parlare con Nordio..

Bandiera bianca. Papa Francesco
dà il colpo di grazia all’Ucraina

Dal Papa che viene da lontano è lecito aspettarsi che guardi lontano. Per i credenti vale la potenza del messaggio trascendente del capo della Chiesa, i non credenti ne rispettano la straordinaria autorità morale, consapevoli della capacità di irradiazione della sua parola nel mondo. L’attenzione è garantita, ancor più in una congiuntura di tensioni, incertezze, rischi e disorientamento diffuso. Per molti, oggi è ancora più necessario disporre di un punto di riferimento solido, confortante, portato di saggezza millenaria, tra le tante convulsioni che insieme al pianeta scuotono le coscienze. Continua su Huffington Post

“Ho l’elmetto pure quando dormo”
Meloni vede complotti ovunque

Conferma che quell'ormai famoso elmetto, metaforicamente calzato sul palco del comizio a Pescara per le regionali di domenica, sta ancora sulla sua testa, "anche quando dormo". E ci resterà. Fino a giugno, almeno. Giorgia Meloni fa il punto sulle questioni che tengono la scena e la cronaca di questi giorni ma soprattutto, forse, marca il filo che sembra intravvedere e spiega che non solo "si sta vedendo un pò di tutto", ma "accadrà un pò di tutto, soprattutto da qui alle elezioni europee". Lo scenario evocato dalla presidente del Consiglio prende le mosse da "quando abbiamo vinto le elezioni, e i nostri avversari scommettevano sul fatto che avremmo fallito. Prima hanno scommesso sulle nostre divisioni, e si è visto che il centrodestra è una coalizione compatta, banalmente perchè sta insieme..

Usa: Trump come un bulldozer
La Haley ultima ad arrendersi

"Ora spetta a Donald Trump guadagnare i voti di chi, nel nostro partito e oltre, non l'ha sostenuto. E spero che lo faccia". Con queste parole Nikki Haley ha annunciato la fine della sua corsa per la nomination repubblicana, lasciando il campo all’unico dominatore di una gara che in realtà non è mai iniziata. Dopo le vittorie schiaccianti di Trump al Super Tuesday (14 Stati su 15), la mossa di Nikki Haley è apparsa come un atto quasi dovuto. Malgrado i suoi trascorsi e i suoi guai giudiziari, l’ex presidente ha dimostrato ancora una volta di non avere rivali nel partito repubblicano. Il leader del Gop al Senato, Mitch McConnell, si è subito affrettato ad annunciare il suo endorsement per Trump, mettendo fine ad anni di relazioni gelide. "È evidente..

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