Huffington Post

Tregua sulla Striscia. Scambio di
prigionieri fra Israele e Hamas

La prima notizia importante della giornata arriva alle 7 ora locale: si fermano le armi. Si apre una finestra temporale che, precisa Israele, non segna la fine dell'offensiva militare nella Striscia di Gaza. "È la nostra vittoria politica" afferma il capo dell’ufficio politico di Hamas Ismai Haniyeh, con l'Iran che si affianca: "Coloro che hanno perso sul campo di battaglia perderanno anche nel campo politico". Il secondo momento importante arriva interno alle 17. Da Gaza escono i primi 13 ostaggi israeliani, rilasciati da Hamas, affidati alla Croce Rossa, trasportati in territorio egiziano. “Stanno bene” è il primo responso medico. C'è una sorpresa positiva: escono anche 10 thailandesi e un filippino, grazie a un accordo separato e tenuto all’oscuro fino all’ultimo, raggiunto sull’asse Bangkok-Teheran-Doha. Prelevati da un elicottero militare, torneranno dalle..

Ostaggi, sia Israele sia Hamas
vedono il vantaggio dell’accordo

Un accordo tra Israele e Hamas, mediato da Stati Uniti e Qatar, per la liberazione di un numero significativo di ostaggi in cambio di qualche giorno di cessate-il-fuoco a Gaza sembrerebbe questione di giorni, se non di ore. Segnali positivi in tal senso arrivano da tutte le parti coinvolte, dopo l’iniziale cautela con cui è stato accolto, domenica mattina, l’articolo del Washington Post che per primo ha segnalato lo stato molto avanzato delle trattative. “Siamo più vicini di quanto non lo siamo mai stati", anche se restano ancora “questioni in sospeso”, ha dichiarato il vice consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jon Finer. Gli ostacoli che restano sono “assolutamente minori”, ha sostenuto il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani. E ancora: “Siamo fiduciosi di poter..

Carlo Nordio dov’è? Tutti fanno il
ministro della Giustizia tranne lui

E Nordio dov'è? All'indomani di un pacchetto sicurezza che è la summa del panpenalismo securitario - il contrario di ciò che il ministro ha sempre professato - se lo chiedono in molti. Se lo chiede l'opposizione, ma anche chi ha sempre ammirato il suo pensiero liberale e garantista oggi si si domanda: "Ma perché non si dimette?". L'ex magistrato, per anni editorialista del Messaggero, fine intellettuale che aveva annunciato una rivoluzione in via Arenula, per ora non sembra intenzionato al passo indietro. Nelle prossime settimane ha in agenda una alcuni eventi istituzionali: il più importante è il plenum del Csm, il 30 novembre, con Mattarella. Nei mesi scorsi qualcuno lo dava come vicinissimo all'addio - "se non mi vogliono, posso tornare alle mie letture", avrebbe detto a gennaio ai fedelissimi..

Ponte sullo Stretto e Zes unica,
i conti del governo non tornano

“Il grande inganno sul Mezzogiorno”. O almeno così lo definiscono le opposizioni. La sensazione è che l’esecutivo Meloni stia puntando la sua campagna elettorale al Sud in vista delle Europee su progetti grandiosi – dal Ponte sullo Stretto alla Zes unica –, di facile sforzo comunicativo, senza però stimolare nei fatti gli investimenti per il meridione. Il Ponte costa 11,5 miliardi e per la Corte dei Conti avrà un “impatto economico limitato”. Matteo Salvini garantisce che i soldi sono già stati individuati in manovra, ma è un fatto che il ministro Giancarlo Giorgetti ha preso l’impegno a reperire fonti di finanziamento alternative, così “da ridurre l’onere dell’opera, al momento interamente in carico al bilancio dello Stato”. Intanto la premier Giorgia Meloni rivendica a parole l’impegno del suo governo verso il..

I pentimenti di Grillo: è tardi,
il latte versato è imbevibile

Non è mai troppo tardi, per dirla con il titolo di una indimenticabile trasmissione del maestro Alberto Manzi? No, in questo caso è davvero troppo tardi: i cocci sono andati in frantumi, non c’è mastice e artigiano che possa restaurare il vaso distrutto. Troppo tardi i ripensamenti, i dubbi, le perplessità, il prendere atto di un fallimento politico da parte di Beppe Grillo; il latte versato è irrecuperabile, imbevibile. Continua su Huffington Post

Schlein stavolta ha fatto centro
50 mila alla manifestazione Pd

Circa 50 mila persone sono in Piazza del Popolo a Roma, dove è in corso la manifestazione del Pd. E' quanto rendono noto fonti Pd. "La piazza è strapiena - viene aggiunto - e ancora stanno arrivando dei pullman". Ad aprire la manifestazione il sindaco della Capitale : "Questa giornata è straordinaria. Questa è la piazza della riscossa democratica e ringrazio Elly Schlein per aver organizzato questa manifestazione a Roma. L'Italia è a un bivio", ha detto. "Abbiamo visto cosa è accaduto con il Pnrr - ha ricordato il sindaco che all'epoca era il ministro dell'Economia- . Per noi quelle risorse erano un sogno diventato realtà. Ma ora da opportunità unica, sembra diventato un fastidio, un impedimentino", per il governo. Continua su Huffington Post

Meloni scatenata sulle riforme
“Nulla potrà mai buttarmi giù”

La battaglia per le riforme costituzionali è già nel vivo. Giorgia Meloni comincia a perorare la causa del premierato di prima mattina, in videocollegamento con l'Assemblea nazionale della CNA, gli artigiani che parlerebbero più volentieri di manovra, fisco, burocrazia, ma ascoltano la premier dire che "cercheremo il consenso ampio in Parlamento, se non sarà possibile chiederemo ai cittadini cosa pensano. Confido che gli italiani non si faranno sfuggire l'occasione di approvare la madre di tutte le riforme". Poi è la volta del ritorno del format Appunti di Giorgia, sui social. "Questa riforma non serve a qualcuno ma a tutti, e lo sanno anche quelli che per calcolo politico la stanno osteggiando, senza però offrire argomenti seri, perché certo non possono dire la verità. Che si sono cioè abituati a governare..

Ostaggi in cambio di una tregua
ma il premier Netanyahu non si fida

In una giornata che racconta un crescente pressing internazionale perché tacciano le armi, almeno per qualche ora, nella Striscia di Gaza, con un pronunciamento dei paesi del G7 e un coinvolgimento dei grandi mediatori arabi - Egitto e Qatar -, gli Stati Uniti sono impegnati soprattutto a tenere in piedi la diplomazia regionale. Anche a costo di fare, ancora una volta un passo indietro. Il futuro della Striscia di Gaza è un tema troppo importante, dirimente per la fine del conflitto e un futuro di pace in Medio Oriente. E Washington non può permettersi di creare una divergenza troppo ampia con Israele, che metterebbe a rischio la diplomazia con Tel Aviv e i negoziati su altri temi rilevanti per il futuro del conflitto. La pausa umanitaria resta la prima richiesta..

Il grande scambio sui migranti
Meloni ne manda 3 mila in Albania

Da aiutiamoli a casa loro a deportiamoli in casa d’altri. Migranti in cambio di energia, infrastrutture, agroalimentare, anche acqua per la Puglia, e il sostegno nelle trattative delicate per l’ingresso nell’Unione europea e sulla crisi kosovara. L’Albania diventa il Cpr dell’Italia, ma Roma ripaga la disponibilità di Tirana sui migranti allargando i cordoni della borsa. In attesa degli Stati Europei – ‘non rispondono al telefono’, si è lamentata la premier nella telefonata coi comici russi - Giorgia Meloni ottiene la collaborazione di uno Stato che in Europa non ci è ancora entrato. Con il premier albanese Edi Rama oggi Meloni ha siglato un protocollo d’intesa in base al quale l’Albania ospiterà i migranti salvati in mare dalle navi italiane in due centri che sorgeranno nel nord del Paese, nei pressi..

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