Calogero Pumilia

Di sconfitta in sconfitta. Ritratto di un Pd che non c’è più

Il centro-destra vince anche in Sicilia. Stravince unito, diviso, e perfino con i partiti che lo compongono in contrasto tra di loro. Vince perché, al di là degli accordi locali, talora confusi e contraddittori, trasmette forza. Vince perché è radicato nella società e perché al suo interno è in grado di cogliere a man bassa i candidati, creare aspettative e sollecitare consensi. Vince in una realtà nella quale con le risorse pubbliche si sostenta un notevole numero di cittadini e chi le gestisce proietta, ha sempre proiettato, l’immagine di chi dispensa favori anche quando assicura diritti. I beneficiari dell’uno e degli altri sono indotti a preservare, a conservare il rapporto con coloro che il beneficio o il diritto assicurano. Quanti sono fuori da queste tutele e fuori da tutto, in..

Mattarella, Mannino e la svolta democristiana del ‘83

Pochi giorni fa ad Agrigento, alcuni di coloro che avemmo una qualche parte o comunque partecipammo al congresso regionale della Democrazia cristiana, che si svolse proprio in quella città nel febbraio del 1983, ci siamo incontrati, per ricordare quell’evento e ribadirne l’importanza nella storia della Sicilia e del partito che allora aveva la maggioranza dei consensi ed era alla guida della Regione. Sollecitati da Enzo Di Natali e dalla sua associazione Evangelium Vitae, Rino La Placa, Enrico La Loggia, Angelo La Russa, Calogero Mannino e chi scrive abbiamo cercato di mettere in risalto l’esito di quel congresso che segnò una cesura nella storia della formazione dei cattolici per ciò che riguardava il rapporto di alcuni suoi settori con la mafia. Esso si svolse nel momento in cui le accuse da..

Caso Colosimo. Come la politica ha svuotato l’antimafia

Se alla sua presidenza non fosse stata eletta una parlamentare con discutibili frequentazioni, della ricomposizione della Commissione antimafia non si sarebbe parlato, o la notizia sarebbe stata liquidata in poche righe, come un evento di scarso interesse. Del resto pochissimo rilievo ha avuto la sua mancata composizione, nei lunghi mesi trascorsi dall’insediamento delle nuove Camere. C’è voluta una scelta inopportuna, a conferma, peraltro, della volontà del governo di procedere con il criterio dell’“abbiamo vinto e pertanto comandiamo” e di andare avanti senza prestare alcuna attenzione alle numerose proteste e non mettendo minimamente in conto l’intesa con le opposizioni. Le quali, peraltro, in spregio di ogni logica, non hanno partecipato alla votazione, uscendo anche dall’aula, per poi rientrarvi per ottenere due vicepresidenze. La vicenda ratifica l’irrilevanza di un organismo che continua..

Oggi sposi ai quattro Canti. Perché lì tutto è una friggitoria

La pensata è stata geniale. In qualsiasi altro posto, il rinfresco sarebbe costato e poi un luogo così dove lo trovavano? Nel “Teatro del Sole”, accanto a una delle quattro fontane, si poteva mettere un banchetto e lì offrire la torta, brindare e prendere il caffè con gli amici invitati al matrimonio, al tramonto di una giornata primaverile, con un clima particolarmente gradevole. Per qualche ora, del resto, una postazione in più tra le tante che da lì si dipartono verso il Teatro Massimo, occupando quasi per intero la strada, che a passarci devi fare a gomitate, non impattava per nulla. Lì, in via Maqueda, si ingurgita cibo di strada o, con più eleganza, street food. Lungo di essa, a poco prezzo, si consumano le prelibatezze della tradizione di una..

1768 giorni di carcere, di giustizia, di umiliazioni e speranza

1768 giorni sono stati quelli trascorsi in carcere da Totò Cuffaro. “1768 giorni” è il titolo del documentario di Marco Gallo, proiettato di recente in un cinema palermitano. Questo numero indica il tempo assegnato dalla giustizia all’ex presidente della Regione per scontare i reati che gli sono stati attribuiti e chiudere così il conto con lo Stato e con la società. Molti o pochi sono stati calcolati da coloro ai quali la nostra Costituzione affida la funzione di applicare le leggi. Sono stati evidentemente tanti per chi li ha contati in una cella, pochi per chi avrebbe voluto un castigo a vita da continuare a scontare, magari fuori dal carcere, mantenendo il segno indelebile della colpa che nella civiltà giuridica, dai tempi di Beccaria, le nostre istituzioni non prevedono. Il..

Quelle facce straniere servivano al Pd per perdere meglio

Di Chinnici non vale la pena di continuare a scrivere. Si tratta di una modesta vicenda di opportunismo che banalmente la protagonista tenta di giustificare con il suo moderatismo incompatibile con un partito di sinistra, in particolare dopo la vittoria alle primarie di Schlein. Se ne accorge dopo nove anni di permanenza al Parlamento Europeo eletta da quel Partito e dove è stata comodamente per due legislature naturalmente componente del gruppo socialista. Ma il Partito democratico come sceglie i propri candidati per palazzo d’Orléans e per alcuni tra i maggiori comuni dell’Isola? Sarebbe normale che una forza politica preparasse per tempo tra i propri militanti i competitori per rappresentarla, individuandoli tra quelli dotati di una identità forte, con idee e progetti elaborati nel tempo e con una storia che li..

Tra la Chinnici e Schifani ci sarà uno scambio di valori

La notizia dell’abbandono del Partito Democratico di Caterina Chinnici, fosse vera, sarebbe di enorme portata e susciterebbe smarrimento e tanta umana pietà. Altro che il transito di Cancelleri verso Forza Italia! È talmente incredibile, comunque, da non dover essere vera. E dopo averci riflettuto per qualche attimo ho capito che le cose non stanno così come vengono proposte. Non siamo in presenza di un volgare episodio di trasformismo. È impossibile pensare che una “icona”, con una storia familiare e personale di quel genere baratti dignità e prestigio in cambio di qualcosa – un terzo mandato al Parlamento europeo? - Ma mi facciano il piacere! Direbbe Totò. Come può mai capitare che una donna così intransigente sul piano morale, per professione adusa a fare rispettare leggi e pandette, severa, impregnata di..

Cancelleri, una festa del perdono per tutti i berluscones

Avevano pensato di metterlo in prima fila, accanto al padrone di casa. La festa era anche e principalmente per lui. Per Cancelleri che faceva il suo ingresso “nella famiglia dei valori”. Poi capirono che sarebbe stata preferibile la seconda fila. L’evento andava celebrato, ma senza gli eccessi berlusconiani, ché non è più tempo. Collocato alle spalle di Schifani, Cancelleri era in buona posizione per i riflettori e le riprese ma non proprio esposto come un trofeo. Così poteva meglio riflettere sulle “valutazioni errate” del passato – sono le sue parole, come quelle sulla famiglia dei valori – e confermare il proponimento di non continuare a sbagliare. Era cambiato, anche se avvertiva che la via della redenzione qualche problema ancora glielo creava dentro. Mentre ascoltava l’inno che fino a tempo prima..

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