Calogero Pumilia

Trump e Musk. Com’è diventato difficile amare l’America

Ho amato l’America. L’ho amata già a sette anni, inseguendo le jeep dei soldati per le caramelle, le “candies”. L’ho amata quando iniziai a capire che nella parte del mondo in cui vivevo si costruiva il sistema di libertà che dura tuttora e si edificava una condizione di benessere dopo i disastri della guerra e la dittatura fascista. Ho amato la letteratura americana leggendo Melville, Mark Twain, Hemingway, Dos Passos, Faulkner, Fitzgerald, Jack London e Bukowski. Sono stato affascinato dalla musica e dalla cinematografia e ho ammirato le innovazioni industriali e tecnologiche. Sono stato incantato da New York, Chicago, San Francisco e dalla architettura orizzontale americana. L’ho considerata la terra della speranza, quella che rendeva concreto il sogno del riscatto di tanta gente proveniente da ogni parte del mondo a..

Agrigento Capitale della Cultura. Qualcosa si muove

Forse qualcosa si muove. Forse è possibile recuperare, almeno in parte, il progetto “Agrigento capitale della cultura 2025”. I tempi sono molto stretti e quelli perduti irrecuperabili. La svolta potrebbe essere stata la nomina a presidente della Fondazione dell’ex prefetta Cucinotta in sostituzione del professore Minio, probabilmente quello con minori responsabilità rispetto a quelle di altri. La scelta di Schifani ha sottratto la realizzazione del progetto alla palese inefficienza, alla gestione della classe dirigente locale, incapace di cogliere il valore e il significato dell’evento, che ha rischiato di trasformarsi in un rilevante danno d’immagine per la città e per la Regione. Per realizzare una condizione diversa da quella dei mesi passati, almeno dal punto di vista organizzativo - ché talune incertezze sulle scelte culturali rimangono -, la dottoressa Cucinotta ha..

Zero tituli. I giochi perversi tra burocrati e politica

La giostra si è fermata. Il seggiolino lasciato vuoto da chi ha dovuto rinunciare per problemi con la giustizia è stato occupato da uno che naturalmente ha gli stessi sponsor. Al di là dell’ironia, pure pertinente, il presidente della Regione ha proclamato a lungo di puntare attraverso scelte di merito ed in piena autonomia ad un ricambio per dare maggiore efficienza all’amministrazione. Poi, com’era prevedibile, ha dovuto fare i conti con la politica o con ciò che oggi per politica s’intende. Ha dovuto subire gli inevitabili condizionamenti per «appattare la settanta», la sua prova di forza è stata temperata dall’esigenza di soddisfare le richieste dei partner di maggioranza e solo così ha potuto procedere alla rotazione e alle sostituzioni. È sempre utile evitare che si creino incrostazioni, è opportuno spendere..

Anche la Cisl a Milano è salita sul carro della Meloni

In forma smagliante come chi ostenta un importante successo, a Milano, pochi giorni fa, Meloni ha annesso la CISL, accostando una delle maggiori organizzazioni sindacali, componente di quella che un tempo veniva chiamata la Triplice, alla «Fiamma», al simbolo del suo partito, a quel fuoco al quale la presidente del Consiglio non intende rinunciare. Quel successo mostrato con orgoglio viola una storia lunga, capovolge una grande tradizione, eppure è stato applaudito dai delegati al congresso nazionale in modo così ripetuto e intenso da non esprimere solo la doverosa cortesia nei confronti di un’ospite illustre, ma da manifestare una entusiastica adesione. Il fragore degli applausi era tale da provocare, mi viene da dire, il distacco dalle pareti del palazzo di via Po a Roma, sede storica del sindacato, delle fotografie di..

Salviamo Agrigento Capitale da chi può ridurla a una sagra

Forse è pure una questione di cortesia. Quando insieme a Maurizio Masone, del Centro Pasolini, ho inviato una richiesta di incontro al sindaco di Agrigento e al presidente della Fondazione “Capitale della Cultura”, quanto meno mi sarei aspettato una risposta, anche di diniego. Quella richiesta seguiva a due incontri ai quali ha partecipato una buona parte della società civile della città, con esponenti della cultura, del sindacato, dell’economia, del turismo, delle organizzazioni cattoliche. Si ragionò in quelle occasioni di errori e ritardi colpevoli nella organizzazione dell’evento ma si manifestò prevalentemente la volontà di contribuire a salvare il salvabile, di evitare il fallimento della iniziativa, di dare risposte anche parziali alle aspettative e speranze suscitate dalla scelta del governo nel marzo 2023. Per raggiungere questo obiettivo si è deciso di costituire..

Agrigento 2025. La città si mobilita e chiede di partecipare

Proviamo a liberare «Capitale italiana della cultura» dalla gabbia dentro la quale l’ha rinchiusa la politichetta locale. Tentiamo, per quanto possibile, e nel poco tempo che rimane, di restituire all’evento la natura propria di grande opportunità culturale, di sviluppo turistico ed economico. È questo il senso della iniziativa avviata da chi scrive insieme a Maurizio Masone, responsabile del Centro Pasolini di Agrigento e che ha visto venerdì scorso la presenza di un numero imprevisto di partecipanti. Seppure in ritardo, la città ha dimostrato che vuole esserci, vuole chiedere conto di quanto è successo o non è successo finora e pretende di conoscere ciò che si intende fare nei mesi che restano alla conclusione dell’anno. La città vuole mettere in campo un protagonismo che finora non le è stato consentito o..

Il Pd, destinato dai cacicchi a sempre più eclatanti sconfitte

Uno spettacolo a dir poco indecoroso. Una rissa da angiporto. Una partita giocata senza regole e arbitrata da uno con indosso la maglietta di una delle due squadre in campo, in nome e per conto, peraltro, della Schlein. Alla fine un partito sfregiato ha deciso di affidare ai soli iscritti la scelta del nuovo segretario regionale e dei nuovi organismi, cancellando le “primarie” che dal 2005 hanno rappresentato una delle caratteristiche più proprie, quasi identitarie, di quella formazione politica, un metodo che, dopo la fine dei grandi partiti di massa e la crisi delle tradizionali ideologie, la identificava e distingueva nel panorama politico nazionale. Attraverso le primarie, sostituendo o comunque compensando la crisi della militanza, tanti cittadini si sono sentiti protagonisti nei passaggi più importanti. Le lunghe file davanti ai..

Mattarella visto da vicino: la sua cultura, la sua saggezza

Sai di arrivare in un palazzo nel quale per secoli la storia è passata segnando le vicende religiose del mondo e, dal 1870, quelle politiche d’Italia. Sei al Quirinale, e vieni accolto dalla rigida imponenza dei corazzieri, dall’austera eleganza dei funzionari che ti guidano lungo i saloni e i corridoi. Resti sorpreso dalla maestosa solennità dei luoghi che attraversi e che trasmettono una inevitabile suggestione anche a chi ha qualche abitudine a stare nelle sedi delle istituzioni e del potere. Attendi il presidente della Repubblica e immagini di vederlo con la consueta apparente timidezza, con la sobrietà dei gesti, quasi con la ritrosia al rapporto con gli altri. Scopri invece che ti accoglie con un largo sorriso, a braccia aperte, con evidente calore. È stato così, un incontro cordiale, come..

Pd, un partito che sa solo costruire le proprie sconfitte

Una forte passione politica, si fa per dire, anima i dirigenti del Partito democratico siciliano e li spinge ad un confronto frequente e serrato. Devono eleggere il segretario regionale e rinviano, discutono, si confrontano, litigano. Sono alla ricerca di un’intesa. Non su un programma, su proposte che mirano a riorganizzare e a rafforzare la presenza di quella forza politica nell’Isola, dove ottiene risultati parecchio al di sotto della media nazionale. O su un programma che riguardi i problemi più evidenti della nostra terra, la condizione dell’Autonomia, sempre più asfittica, inefficace e datata. La questione che intriga e motiva il gruppo dirigente del maggiore partito di opposizione è come scegliere il segretario. Se ricorrere alle primarie aperte o limitare il voto ai tesserati. E le due tesi sono sostenute da argomenti..

Agrigento. Cercasi ombrello contro l’acqua del malocchio

Si troverà un ombrello “presidenziale”, un paracqua buono per il cerimoniale del Quirinale? Occorre fare in fretta, ché mancano quattro giorni a quando il presidente Mattarella darà il via all’anno della cultura. E dentro il Teatro Pirandello, dove è prevista la cerimonia, piove. Nella città dei templi spesso l’acqua non arriva ai rubinetti delle abitazioni. E gli amministratori comunali, piacevolmente sorpresi, saranno rimasti lì ad assistere, in un luogo improprio, a questa grazia di Dio. Avranno guardato incantati le gocce che lente, cristalline e uniformi scendono non «sulle tamerici salmastre ed arse», come cantava D’Annunzio, ma sulle tavole del palcoscenico e sul velluto delle poltrone. Se l’ombrello presidenziale non si trovasse, per proteggere il capo dello Stato gli si dovrebbe chiedere di indossare il K-way. Che apparirebbe magari come un’originale..

Gerenza

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