Com’era prevedibile, mancano appena tredici giorni alla riapertura delle scuole in Sicilia, e la situazione è ancora in alto mare. La riunione di ieri fra gli assessori alla Salute, Ruggero Razza, e quello all’Istruzione, Roberto Lagalla, ha buttato le basi per superare le questioni di carattere più sanitario. Al momento, nell’Isola, 14 mila operatori scolastici risultano non vaccinati. In attesa di sancire l’obbligo del Green pass per alcune categorie (tra cui la loro), questi potranno accedere a scuola, ma solo grazie a un tampone con 48 ore di validità. Chi si presenterà col tampone scaduto rimarrà fuori. Per evitare disagi anche ai ragazzi, la Regione proverà ad agevolare l’esecuzione dei test antigenici, prevedendone la gratuità.
Non va molto meglio fra gli studenti. Solo i 48%, a oggi, si è fatto somministrare il vaccino. Per questo si sta pensando di rendere gli istituti dei veri e propri hub, allo scopo di ampliare la platea degli immunizzati. Dal 20 settembre al 5 novembre, le Usca potrebbero recarsi a scuola e vaccinare chi ne ha fatto richiesta attraverso le segreterie (prenotandosi). In generale, sarà garantito il monitoraggio degli studenti mediante i cosiddetti tamponi salivari, che saranno effettuati a campione e sporadicamente in tutte le scuole. Ne ha parlato Lagalla al Giornale di Sicilia: “Il test salivare – ha spiegato l’assessore – impone la collaborazione della famiglia perché consiste in una spugnetta che va masticata dal bimbo al risveglio e, una volta impregnata di saliva, va consegnata dalla mamma alla scuola che, avendo preso accordi con le Asp, la invierà ai laboratori di analisi”. Procedura un po’ farraginosa, ma tant’è.
Ma ci sono altri problemi di carattere generale. Come l’anno scorso, ad esempio, si ripropone il tema delle classi pollaio. Molti spazi sono angusti e non consentiranno di ospitare gli alunni seguendo i canoni del distanziamento. Molte aule, specie in provincia di Palermo, lamentano deficit strutturali (come allo Zen, dove cento alunni dell’istituto Sciascia sono senza aule a causa di alcune infiltrazioni dal tetto). Oltre il 23 per cento delle scuole siciliane, inoltre, ha un dirigente scolastico a mezzo servizio, perché “conteso” fra due presidenze. “Adesso si riparte in presenza – ha garantito Lagalla – e dobbiamo fare di tutto per mantenerla. Il primo passo è estendere l’immunizzazione il più possibile”. Ieri il Ministro Bianchi ha spiegato che nelle classi in cui sono tutti vaccinati non servirà l’utilizzo della mascherina.
E infine c’è il nodo dei trasporti. Si riparte con 300 bus aggiuntivi per un totale di 600 corse in più in tutta la Sicilia. Lo schema della fine dello scorso anno, quando solo il 75% degli alunni delle superiori erano tornati in presenza. Basteranno a contenerli tutti e in sicurezza? Lo spauracchio della didattica a distanza è sempre dietro l’angolo.
Farmacie: 318 inoculazioni nella prima settimana di rodaggio
Vaccinazioni anti-Covid nelle farmacie di Palermo e provincia: nella prima settimana di rodaggio sono state raccolte le prenotazioni da parte dei cittadini e sono, quindi, state eseguite senza problemi 318 inoculazioni in 17 farmacie (11 in città e 6 in provincia) che avevano già completato il rientro dalle ferie dei farmacisti appositamente formati. A queste se ne aggiungeranno presto molte altre. Alcune, non disponendo al proprio interno di locali separati da quelli destinati
alla normale dispensazione dei farmaci, stanno allestendo gazebo esterni per eseguire le procedure di anamnesi, inoculazione e osservazione in totale sicurezza; altre che si trovano nelle stesse condizioni potranno, invece, somministrare le dosi del siero in orari diversi da quelli di apertura al pubblico, provvedendo poi alla necessaria sanificazione e garantendo così il rispetto di tutti gli standard di sicurezza necessari. Dalla prossima settimana il servizio sarà operativo in tutte le 82 farmacie (48 in città e 34 in provincia) che finora hanno aderito all’Accordo tra Regione, Asp Palermo e Federfarma Palermo.