Il palcoscenico siciliano è ricco di maschere, di imbroglioni, di fantasmi. C’è la finta attrice che va in giro a tutte le ore addobbata per le feste, manco fosse la femme fatale della Grande Bellezza. C’è la finta scrittrice che, dopo avere scarabocchiato tre libri con le memorie e le tarantelle di famiglia, non sa più se paragonarsi ad Agatha Christie o a Jane Austen o a Oriana Fallaci. Addirittura. E c’è il finto uomo politico che a Natale ci parla di solidarietà e buoni sentimenti, che ci ricorda la sofferenza degli ultimi e i valori dell’onestà, che ci invita alla concordia e alla tolleranza. Senza rancori e senza livori. Ma forse si è sbagliato. Per esser certi aspettiamo gli auguri di Capodanno. Può darsi che, come la Ferragni, ci appaia in tuta grigia e occhio penitenziale per dirci che il messaggio di Natale è stato purtroppo “un errore di comunicazione”.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Aspettiamo con ansia gli auguri di Capodanno
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