L’assessore al Lavoro Antonio Scavone è salvo. L’aula di Palazzo dei Normanni ha bocciato con 34 voti contrari e 25 favorevoli la mozione di censura presentata dal Movimento 5 Stelle e da Claudio Fava. Scavone è finito sul banco degli imputati per la gestione delle pratiche di Cassa integrazione in deroga, costata il posto anche al direttore generale Giovanni Vindigni. Proprio alla vigilia del voto (anche il Pd ha votato la censura nei confronti di Scavone), la Regione ha comunicato che gli uffici del dipartimento Lavoro hanno completato l’istruttoria delle 43.880 istanze presentate dalle aziende siciliane per ottenere la Cig. Dopo il tour de force delle ultime due settimane, e soprattutto dall’arrivo di Giovanni Bologna al posto di Vindigni, sono state trasmesse 31.791 pratiche all’Inps per il pagamento delle spettanze direttamente ai lavoratori. La parte restante – a seguito di difformità nella presentazione delle domande, rispetto alle specifiche richieste dell’Istituto di previdenza – necessita di un supplemento istruttorio, che la Regione ha già avviato da qualche giorno e finalizzato, ove possibile, al recupero del maggiore numero di istanze. Scavone in aula si è giustificando dicendo che i ritardi erano dovuti all’assenza di una piattaforma informatica di cui Palazzo d’Orleans si è dotata in fretta e furia.
Al centro delle critiche dei Cinque Stelle, c’erano pure i concorsi annunciati (e mai banditi) per 1.135 posti nei Centri per l’Impiego. Oltre alle gravi vicende che riguardano i lavoratori delle Ipab. “Le giustificazioni addotte e le informazioni fornite dall’assessore Antonio Scavone – si leggeva nel testo della mozione – sono apparse insufficienti e contraddittorie, al punto da minare la necessaria convinzione che egli sia esente da responsabilità e in grado di recuperare il tempo perduto”. Secondo i promotori della censura, l’assessore avrebbe “mal espletato le funzioni connesse al suo ruolo di indirizzo e coordinamento degli uffici e dei dipartimenti regionali preposti alla lavorazione e trasmissione delle pratiche di autorizzazione della cassa integrazione in deroga, gettando nella disperazione oltre centomila famiglie siciliane le cui aspettative sono state ampiamente tradite”. Al termine della seduta di oggi, Pd e Cinque Stelle hanno comunque annunciato una mozione di sfiducia all’indirizzo del presidente della Regione, Nello Musumeci, tornato in aula dopo la sfuriata nei confronti di Sammartino un mese fa.