L’adeguamento al costo della vita non ha portato solo all’aumento delle indennità dei parlamentari (890 euro lordi), ma di tutte le indennità derivanti da elezioni, compresi vitalizi e pensioni degli ex deputati dell’Ars. Lo scrive Repubblica. Per queste voci, nell’ultimo bilancio interno dell’Ars, si spende 1,15 milioni in più. Qualsiasi intervento legislativo per cancellare l’adeguamento Istat, pertanto, non riguarderà solo i parlamentari in carica. Ma anche gli ex. E se articolato nel modo sbagliato, potrebbe dar vita a un serie di ricorsi che ingolferebbero la macchina. Per questo il presidente Galvagno vorrebbe dar vita a una commissione speciale per fare sintesi fra le diverse proposte di legge già depositate a Palazzo dei Normanni.
Il capitolo degli assegni degli ex comprende le voci più variegate. Le pensioni, ad esempio,
vanno da 600 a 8.000 euro al mese. La media si aggira attorno ai 3.500 euro. Gli aumenti vanno dai 48 euro lordi dell’assegno più basso ai 648 del più alto. Per i vitalizi diretti – scrive ancora Repubblica – lo scorso anno l’Ars spendeva circa 615 mila euro al mese per 148 ex deputati, con una media di 4.160 euro a vitalizio. Quest’anno gli assegni sono scesi a 143 e la spesa mensile è salita a 666 mila euro, con una media di 4.657 euro. Tra i beneficiari, per fare solo qualche esempio, ci sono anche l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l’ex ministro Calogero Mannino. Lieve aumento anche per le voci di spesa che riguardano i vitalizi di reversibilità a vedove, figli, eredi di ex deputati: ogni mese l’Ars spendeva lo scorso anno 443 mila euro a fronte dei 450 mila dell’anno corrente.