Il primo contatto fra il sedicente premier Giuseppe Conte e la Sicilia, dove i Cinque Stelle hanno conquistato 28 collegi su 28, si è consumata oggi in terra di Brancaccio, dove il presidente del Consiglio, in questa prima parte di legislatura assoggettato al carisma di Salvini e alle scempiaggini di Di Maio, ha visitato l’istituto Pino Puglisi per l’apertura dell’anno scolastico. Quasi un deja-vu di quanto accaduto quattro anni fa, quando l’allora premier Matteo Renzi arrivò con uno stuolo di “dem” al seguito. In tanti hanno salutato la visita di Conte – sollecitata in una lettera dal preside della scuola, Andrea Tomasello – nel quartiere popolare di Palermo, che si appresta inoltre a ricevere la benedizione del Papa. Fra gli altri il massimo rappresentante grillino in Sicilia, Giancarlo Cancelleri, e il leader ortodosso di Sala delle Lapidi, Ugo Forello. Conte ha fatto una puntatina anche allo svincolo di Capaci, davanti alla stele dedicata a Giovanni Falcone, per ribadire l’interesse del governo – molto a corrente alternata in questa prima fase di legislatura – nella lotta alla mafia. Ad attendere a braccia aperte il presidente del Consiglio (o vice dei due vice-premier, che dir si voglia) non c’era il governatore Nello Musumeci (si dice “per motivi di protocollo”). Assente anche il sindaco Leoluca Orlando che non ha digerito la sospensione del Bando Periferie, che avrebbe portato al comune capoluogo la bellezza di 180 milioni (di cui 16 destinati a Brancaccio) da spendere in 50 diversi interventi.