Anche quest’anno la Regione sarà costretta all’esercizio provvisorio, con la spesa in dodicesimi (vincolata, cioè, al Bilancio di un anno fa) per almeno un paio di mesi: gennaio e febbraio. E’ quanto emerso ieri dalla riunione fiume della giunta (mancava solo Messina, che si trova all’estero) a palazzo d’Orleans. I tempi di approvazione della ‘manovrina’ di fine anno, infatti, continuano a slittare e ciò rende impossibile scrivere e approvare in tempo utile la Finanziaria 2022. Con le vacanze natalizie in mezzo, a stento si riusciranno a chiudere le variazioni di Bilancio, cioè gli aggiustamenti all’ultima manovra per consentire i pagamenti rimasti in canna: una fitta platea di precari (ex Pip, Asu, lavoratori dei Consorzi di Bonifica, dipendenti Sas e Resais) è in attesa degli ultimi stipendi, ma bisogna sbloccare quei soldi (circa 300 milioni, stando alle ultime tabelle trasmesse all’Ars) anche per pagare le bollette della luce dell’amministrazione regionale.

L’altolà è arrivato da Gianfranco Micciché, che ha stoppato l’avvio della discussione in commissione Bilancio perché alla leggina mancherebbe un pezzo delle coperture. Cioè i 66 milioni di euro che l’assessore Armao ha annunciato un paio di settimane fa a Sala d’Ercole, frutto di un accordo con lo Stato che tarda ad arrivare (in teoria, si tratta di un emendamento al Dl Fiscale). L’ennesima promessa che si fatica a mantenere. Le variazioni dovranno essere discusse in seconda commissione, prima di essere portate in aula e sottoposte al vaglio dei deputati. In questa infornata di fine anno, comunque molto ghiotta, non mancheranno le prebende per enti e associazioni, nonché i tentativi di introdurre in extremis degli emendamenti aggiuntivi per mandare un segnale ai territori. E ci si ridurrà, come ogni volta, all’ultimo giorno utile prima di Capodanno.

Poi, soltanto poi, si passerà all’esame della nuova Finanziaria, che al suo interno dovrebbe prevedere i soldi stanziati dallo Stato. Nelle scorse settimane Armao ha parlato formalmente di 100 milioni a titolo d’acconto per la questione insularità (c’è già in ballo una modifica costituzionale che dovrebbe permettere alla Sicilia di avere risorse aggiuntive in futuro). Ma l’assessore all’Economia aveva anche parlato di uno sconto da 200 milioni sul contributo alla finanza pubblica, soldi che la Regione avrebbe potuto impegnare a partire dalla prossima manovra. Per capire quali di queste promesse potrà quagliare, però, è necessario attendere, pazientare, sperare. A proposito: col governo Musumeci l’esercizio provvisorio è una prassi. Una spiacevole prassi.