Il normanno re di Sicilia Ruggero II tracciò la strada alcuni decenni dopo l’anno Mille. L’occidente cristiano si apriva alla cultura greca e pagana. Suo nipote, Federico II di Svevia, “stupor mundi et immutator mirabilis”, in pieno Medioevo commissionò allo scozzese Michele Scoto la traduzione della Metafisica di Aristotele, accompagnata dal commento di Averroè, filosofo della Spagna musulmana. Infine consegnò il testo alla neonata Università di Napoli dove la divulgazione fu affidata a Pietro d’Irlanda. Leggi l’articolo completo di Riccardo Lo Verso su www.ilfoglio.it