Una gara d’appalto da 156 milioni di euro per i pasti in ospedale. E’ l’ultima “sparata” della Cuc siciliana, quella che Ruggero Razza e Gaetano Armao, rispettivamente assessore alla Salute e all’Economia della Regione, vorrebbero delegittimare affidando alla Lombardia i procedimenti per l’acquisizione di beni e servizi della sanità siciliana. Ma il Tar di Palermo li ha preceduti, sospendendo i termini per la presentazione delle offerte. I giudici amministrativi hanno accolto la domanda di sospensiva di una delle ditte candidate, la Cot, che ha contestato il cambiamento a gara in corso dei criteri per la presentazione delle offerte economiche. La Regione siciliana si era costituita in giudizio, chiedendo più tempo per la presentazione delle memorie difensive. I giudici hanno concesso dieci giorni, fissando l’udienza di merito al 7 novembre. Ma nel frattempo hanno accolto le richieste della ditta ricorrente, sospendendo i termini per la presentazione delle offerte (fissati al 15 ottobre). La gara, secondo la Centrale unica di committenza, comporterebbe un risparmio sui pasti in corsia che oggi costano più che in altre regioni: secondo un report elaborato dal dipartimento della Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute, oggi nell’Isola un pasto completo per i degenti costa in media 14 euro e 30 centesimi al giorno contro i 12 euro e 60 centesimi della Lombardia. Ma secondo la Confindustria non è così.
Paolo Cesareo
in Il sabato del villaggio
Appalti della Sanità, Sicindustria non ci sta
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