La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta sul caso di presunti contributi in contanti che alcuni ex consiglieri e assessori del Comune di Avola avrebbero erogato all’ex sindaco, oggi deputato nazionale di Fratelli d’Italia, Luca Cannata quando era primo cittadino. Il fascicolo è aperto a modello 45, per atti non costituenti reato e quindi al momento senza indagati.
Alcuni esponenti della giunta di Avola e del consiglio comunale hanno raccontato di avere pagato quote in contanti all’ex sindaco e al suo staff per il funzionamento della segreteria politica, incluso l’affitto dei locali. Tra loro l’avvocato Fabio Iacono, ex presidente del consiglio comunale di Avola, passato di recente a Forza Italia: «Quando sono stato eletto presidente – ha detto collocando gli episodi dal 2017 al 2022 – il sindaco mi ha chiesto di contribuire con il versamento di una somma di 550 euro. Dopo un paio d’anni che versavo questa cifra, li ho ridotti a 500 euro fino a quasi fine mandato». Deborah Rossitto, che si occupa di marketing nella ristorazione, e attuale assessora allo Spettacolo ha rivelato versare circa 200 euro ogni mese: «è un contributo libero, non c’è una quota fissa – ha spiegato – abbiamo comprato i defibrillatori da mettere qui ad Avola, oppure sappiamo che sono un fondo cassa se, per esempio, ci andiamo a mangiare una pizza tutti insieme».
Nella sua replica l’on. Cannata ha parlato di persone «buttate fuori dal nostro gruppo politico, perché non intendono l’amministrazione come la intendiamo noi» che, «in combutta con i miei oppositori stanno cercando di creare uno scandalo su di me per screditarmi». «Noi – ha sottolineato – non chiediamo soldi a nessuno, ce li mettiamo di tasca nostra e di questo dobbiamo essere orgogliosi. Ognuno può contribuire come meglio crede. Io non ho mai preso contanti. Da quando sono con Fratelli d’Italia io verso le mie somme, quello che devo io. Le cifre del mio gruppo, di consiglieri e assessori seguono altre regole».
“Un quadro di normale autofinanziamento”, secondo Cannata, che parla di «colletta» tra gli assessori per auto mantenimento dell’attività politica. «È chiaro le collette e le raccolte fondi volontarie sono lecite come forme di autofinanziamento nei gruppi politici, associazioni e movimenti civici, purché rispettino alcune regole di trasparenza e correttezza. Cosa che ha seguito il nostro gruppo! Infatti i contributi volontari vengono raccolte su base libera, senza alcun obbligo, e pertanto non vi è alcuna irregolarità». Il vice presidente della commissione bilancio alla Camera tiene a precisare: «Chiarisco che le somme cui si fa riferimento erano esclusivamente contributi volontari e liberali destinati a sostenere attività politiche e associative di un movimento giovanile civico, che all’epoca non aveva alcun legame con partiti nazionali. Questi contributi erano finalizzati a coprire spese di segreteria, eventi, iniziative di solidarietà e altre attività di autofinanziamento, come avviene normalmente in qualunque associazione o gruppo politico locale».