Antimafia, la linea di Fava su via D’Amelio

Claudio Fava è uno scrittore, giornalista e politico. E' l'attuale presidente della commissione regionale Antimafia

“Ho come la sensazione che i Servizi segreti in questa inchiesta fossero di casa”. Ed è una sensazione che Claudio Fava si porta dietro all’indomani dell’audizione di Carmelo Canale, l’ufficiale dei carabinieri fidato braccio destro di Paolo Borsellino, a palazzo dei Normanni. Continuano gli appuntamenti della Commissione regionale antimafia per conoscere i risvolti della strage di via d’Amelio e del famoso depistaggio. Utile, a tal fine, è stata l’audizione di Rosalba Di Gregorio, l’avvocato che aveva difeso alcuni degli imputati messi nel mirino dal falso pentito Vincenzo Scarantino. Lo stesso Canale – è questa è un’anomalia bella buona – è stato ascoltato dai giudici soltanto cinque mesi dopo via D’Amelio.

Detto questo, tutto ruota attorno al ruolo dei servizi, che si trovarono sulla scena dell’attentato pochi minuti dopo l’esplosione. Una tempestività sospetta rispetto – anche – alla verità giudiziale che è emersa nel tempo nelle aule dei tribunali. “Sta emergendo un ruolo del Sisde assolutamente anomalo – dice il presidente della commissione Claudio Fava –. Anomalo perché molto dinamico e fuori dai limiti fissati dalla legge che prevede che la magistratura possa affidare solo alla polizia giudiziaria l’attività di indagine. La sensazione è che i servizi segreti in quella inchiesta fossero di casa e che abbiano avuto un ruolo determinante nella costituzione del gruppo d’indagine Falcone-Borsellino e nell’accompagnare nelle prime indagini la procura di Caltanissetta. La mano che si è affiancata a quella della mafia nella strage probabilmente è la stessa mano che ha accompagnato il depistaggio”.

Anche due esponenti delle forze dell’ordine, che si sono presentati di fronte a Fava, avrebbero confermato che uomini dell’intelligence “si trovassero sul luogo cinque minuti dopo la strage”. Tra i magistrati che indagarono all’epoca, la commissione ha sentito Carmelo Petralia. Non si presenterà, invece, Nino Di Matteo, che ha declinato l’invito facendo sapere di essersi già presentato, per le medesime conclusioni, di fronte alla commissione nazionale.

Enrico Ciuni :

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