Una Sicilia post apocalittica, riconquistata dalla natura e senza più adulti; un’epidemia, la famigerata Rossa, che colpisce solo i grandi e risparmia i più giovani; una tenace e coraggiosa ragazzina alla ricerca del suo fratellino, rapito dai misteriosi Blu: da ieri, su Sky e NOW Tv, è interamente disponibile Anna, la nuova serie Sky Original ispirata al romanzo di Niccolò Ammaniti. Sei episodi che ci portano dentro un mondo crudele e suggestivo. La peculiarità di questa produzione, curata da Wildside, sta nella trama del libro, in cui Ammaniti, già Premio Strega e Premio Campiello Europa, profeticamente ha anticipato un’epidemia mondiale che ha molte analogie con l’attuale. Gli unici sopravvissuti sono bambini e ragazzi, la cui vita è comunque minacciata: tutti gli esseri viventi hanno un’esistenza a tempo limitata, pari a 14 anni, momento in cui la malattia si svilupperà diventando letale. Anna è una ragazzina cocciuta e coraggiosa che va alla ricerca del fratellino rapito, Astor, sullo sfondo di una Sicilia diventata un’immensa rovina.
Tra le location di Anna (la protagonista è Giulia Dragotta, una ragazza palermitana di 14 anni) – come si legge su Elledecor – ritroviamo il Pilone di Torre Faro, traliccio che svetta sul versante messinese dello Stretto, la Chiesa San Vito a mare di Mazara del Vallo, le strade e i vicoli di Gibellina. Arsi e inariditi appaiono poi i pendii dell’Etna, precisamente i Crateri Barbagallo, le architetture di Palermo tra cui Palazzo Branciforte e Palazzo Filangeri Cutò. “La bellezza decadente della Sicilia si svuota di quella vita che ne invade ogni angolo e si riconsegna alla natura che si riappropria degli spazi sottratti dalle opere dell’uomo che lentamente collassano”, ha spiegato Mauro Vanzati a proposito della scenografia. “Abbiamo affrontato il problema di progettare un mondo che, pur immaginato e ipotetico, potesse essere riconosciuto e accettato dallo spettatore, costruendo un’ambientazione fantastica su fondamenta concrete, con molto rigore, evitando cliché e immaginari che sono ormai luoghi comuni di un genere che ha un’estetica precisa”.