Si ritorna sempre dove si è stati bene. Per questo Anna Napoli, dal 14 al 22 agosto, esporrà a Castel di Lucio, in provincia di Messina: la mostra si chiama “I sentimenti dei Nebrodi ed altro”. Andò via piccolissima, ma conserva tuttora alcune immagini scolpite nella memoria: “Ad esempio gli anziani del mio paese, che hanno accompagnato la mia infanzia. Ancora vedo mio nonno, che faceva il contadino, uscire di casa la mattina presto e tornare la sera coi prodotti dell’orto”. A questi personaggi storici e iconografici è dedicata parte della sua collezione, che sarà allestita presso la sala consiliare del Comune, ospite dell’Amministrazione di Castel di Lucio.

Non risvegliate l’amore fino a che non lo desideri, olio su tela

Cinquanta quadri che segnano la scia di un percorso artistico maturato negli ultimi quindici anni. Da quando Anna decise di “smontare” la sua vita da export manager e dedicarsi a tempo pieno alla pittura. “La libertà che ti dà l’arte è impagabile – dice la pittrice, che oggi vive e lavora a Montespertoli (Firenze) – Io voglio seguire la mia strada. Parto dalla sicilianità, che è una parte pregnante del mio lavoro, e arrivo a rappresentare il concetto di bellezza, ricollegandomi al Cantico delle Creature. Ho scelto i pezzi che mi rappresentano di più e spiegano, da soli, la mia evoluzione”.

La Sicilia è stata la sua ispirazione nel voltare pagina: “Mi ha dato una forte spinta emotiva e di pensiero – ammette la Napoli – Avevo sempre esercitato la pittura, ma una ventina d’anni fa ho sentito la pulsione impellente di iniziare qualcosa che avevo dentro ma non avevo ancora portato fuori di me. Quindi mi sono ispirata a questi luoghi. Soprattutto con la tecnica del pastello su carta, che mi ha permesso di esprimere un segno emotivo e immediato piuttosto che una rappresentazione precisa dell’oggetto. E’ come se guardassi tutto attraverso una lente d’ingrandimento che mette a fuoco i dettagli”.

Ulivo saraceno nr 6, pastello su carta

La stagione dei cardi, le ferite del tempo, gli ulivi saraceni: pezzi di storia (anche personale) e di arte che si intrecciano. “Gli ulivi per me sono dei monumenti all’aria aperta, che fanno parte del mio ambiente nativo. Esseri viventi che ricostruisco nella mia pittura e nel mio immaginario. Non mettendomi di fronte ad essi: sono soltanto input che io rielaboro e personalizzo”. Tra i dipinti a cui tiene maggiormente c’è quello che rappresenta le Cupole di Palermo: “Perché è una chiesa che ho visitato tante volte e ritengo l’emblema della sicilianità, che nel tempo ha imparato a confrontarsi con mille civiltà”. Quest’ultimo quadro è il riflesso di una nuova tecnica di pittura, tutta sperimentale e personale, che succede al pastello su carta. Ossia l’acrilico su tela.

Partenza, ciao nonno, olio su tela

Ricollegandoci ai Nebrodi, ecco ricomparire i personaggi di paese, che trovano collocazione in tele molto grandi, e tutti gli oggetti che fanno parte della cultura marina del luogo: da un semplice ombrellone alle piante e alle barche. Tutto fa Nebrodi. E poi l’amore, inteso in senso reale e metafisico; il concetto di bellezza, che è centrale nell’esperienza di Anna. La quale ha girato il mondo per lavoro, nella sua “prima” vita, e continua a farlo adesso per le sue mostre. E non le sembra vero: “Nel 2012 sono stata invitata dall’Istituto di cultura italiana di Bruxelles, nel 2013 da quello di Colonia, dove ho portato un sacco di lavori”. Adesso il ritorno a casa più dolce.