L’ultima volta di Matteo Salvini alle prese con la legge Fornero risale a settembre, se non mi sono distratto, quando ha annunciato che sarà smantellata entro la legislatura. Comunque un passo avanti. Tredici anni dopo la riforma delle pensioni del governo Monti, firmata da Elsa Fornero nel dicembre del 2011, gli intenti bellicosi del capitano leghista sembrano perdere di mordente: si sposta la notte, o la frontiera, più in là.

Addio alla trincea, e viene anche un po’ da ridere. Secondo una corposa ma non esaustiva collezione, nella sue varie esperienze di governo Salvini ha promesso di abolire la legge Fornero al primo Consiglio dei ministri, entro le prime settimane, entro i primi cento giorni, entro il primo anno, di smontarla pezzo a pezzo, mattone dopo mattone, sarebbe stato un piacere, sarebbe stato un dovere, un dovere morale, un impegno sacro e, quanto all’autrice, sarebbe stata messa in ginocchio sui ceci, esiliata, mandata su un’isola deserta, su un barcone, a pane e acqua, senza stipendio e senza pensione: tutto testuale. Continua su Huffington Post