I pasticci nei conti mandano in tilt un altro settore cruciale alla Regione: la formazione professionale. Circa 5 mila lavoratori degli enti accreditati, infatti, sono senza stipendio. E tutto a causa di una strana combo, che ha bloccato i mandati di pagamento (circa 8,6 milioni) per l’Avviso 2, quello rilanciato da Musumeci e Lagalla, nel 2018, con uno stanziamento di 125 milioni a valere sul Fondo sociale Europeo: da un lato il ritardo nell’approvazione della Finanziaria di quest’anno, dall’altro gli errori palesati nei mesi scorsi dalla Corte dei Conti riferiti al rendiconto 2019 (con 282 milioni di residui attivi non cancellati proprio al dipartimento Formazione) hanno ingolfato tutto.
Anche se la dirigente Patrizia Valenti individua un’altra causa di questo rallentamento: “Il problema – ha detto a Repubblica – deriva soprattutto dall’approvazione dell’esercizio provvisorio. Una volta sbloccati i conti, servono in media almeno due mesi prima di far partire effettivamente i pagamenti per gli enti di formazione. Speriamo di riuscire a far arrivare gli assegni entro il mese di luglio”. I corsi, dopo la pandemia, sono regolarmente ripresi. Ma dal mese di gennaio, in pratica, si tengono a gratis. E’ l’ennesimo capitolo di una storia raccapricciante, che ha attraversato il suo periodo più nero durante il governo di Rosario Crocetta, quando la Corte dei Conti definì gli investimenti pubblici nel settore “una spesa fine a se stessa che rischia di trasformare lo scopo del settore, originariamente formativo, in uno scopo para-assistenziale”. C’erano più corsi che studenti: ma questa è un’altra storia che, per fortuna, sembra appartenere soltanto al passato.