“Amore, andiamo a vedere l’eclissi?”

“Amore, stasera andiamo a vedere l’eclissi?”.

Ci sono momenti, nella vita di una coppia, in cui nello spazio di una frase ti sembra di perdere tutto il vantaggio accumulato in anni di duro lavoro, dodici in questo caso.

“Amore, stasera andiamo a vedere l’eclissi?”, e tu ti volti per capire se davvero sta parlando con te. Sì, parlava con me, ed era seria, vittima senz’altro di una sorta di black out mnemonico che le ha azzerato, spero momentaneamente, tutte le nozioni acquisite su di me.

Sapete, sono refrattario a tutti gli avvenimenti che diventano motivo di delirio collettivo. Il tam tam su Facebook, dov’è che andiamo a vedere l’eclissi? La fila chilometrica a Villa Filippina di un paio di amici: li pensavo incolonnati pazientemente, in questo venerdì sera unto e appiccicoso, e sorridevo incredulo, io che l’unica fila che tollero è quella a Disneyland per salire sulla barca dei pirati.

Ma per tornare a mia moglie. È finita ovviamente che ho accettato l’invito e sono andato a vedere l’eclissi con tutta la rassegnata arrendevolezza di cui sono capace (d’altronde che uomo è un uomo che sconosce il fascino perverso della resa senza condizioni?). Non prima però di avere telefonato a un amico refrattario come me a tutto ciò che non abbia a che fare con la cruda realtà. “Ninni, vieni anche tu?”. E Ninni è venuto. Non solo. Ma per onorare la serata, e immagino per dare soddisfazione a Francesca, novella Filini, ha pure portato un binocolo acquistato trent’anni fa durante uno dei suoi mille viaggi in moto.

“Ninni, ma che ci fai col binocolo?”. Ridendo, mi ha raccontato che era un ricordo di Sofia, in Bulgaria, e che in trent’anni non l’aveva mai usato. Quando Francesca l’ha chiamato si è ricordato di questo suo frammento di vita, è andato in libreria, ha spostato i libri e ha trovato la custodia. Non gli sarà sembrato vero, “e quando mi ricapita l’occasione di usarlo?”.

A un certo punto s’è aggiunta pure una coppia di amici con la bambina, un anno e mezzo e per sua fortuna nessuna nozione dell’eclissi, dello spostamento dei continenti e del buco dell’ozono. Abbiamo cenato guardando la luna e chiedendoci senza dircelo quando ci saremmo emozionati, quando avremmo vissuto quel momento magico e irripetibile in cui uno guarda una cosa attesa, bramata, agognata, e si emoziona.

Ho pure inforcato il binocolo di Ninni provando a dire un oohhhh di stupore e meraviglia per giustificare la mia presenza ma temo di non essere stato credibile, e mentre sapevo di non esserlo pensavo agli amici in coda a Villa Filippina: chissà se almeno loro, alla fine della fila e dopo avere pagato quattro euro di biglietto, sono riusciti a emozionarsi. Ci rivediamo fra 82 anni e rotti per la prossima eclissi, mi raccomando puntuali.

Francesco Massaro :

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