Cambiano i protagonisti, ma il metodo resta sempre lo stesso. A scucire la prossima valanga di soldi – 480 mila euro per gli Stati generali del Cinema (ad Ortigia) – sarà un’altra esponente deluxe della corrente turistica di Fratelli d’Italia. Cioè Elvira Amata, assessore al Turismo e discepola della scuola di Manlio Messina, con cui non mancano le occasioni di confronto e complimenti reciproci. La Amata, seconda legislatura all’Ars, eletta nel collegio di Messina, ha assunto l’incarico più gravoso e prestigioso – vuoi mettere la gestione di un portafogli illimitato? – a gennaio di quest’anno, dopo la clamorosa sconfessione di Scarpinato da parte del presidente della Regione. Colpa di un affidamento diretto a una società lussemburghese (da 3,7 milioni e senza bando) per la realizzazione di una mostra fotografica a Cannes: “Questo è un danno d’immagine per la Sicilia”, tuonò Schifani prima di revocare il provvedimento in autotutela.
Nel giro di poche settimane si giunse alla staffetta, nonostante le giustificazioni di Scarpinato (che disse di non essere al corrente dell’atto, perché connesso alle attività della giunta passata). Evidentemente, a Palazzo d’Orleans, non tollerano le cadute dal pero. Degli altri. E infatti Amata è una che non balbetta. Agisce e basta (e questo sul piano del ‘metodo’ le fa onore). Pensate che l’ultimo regalino da scartare non ha ancora un padrone. C’è solo un decreto dirigenziale, che reca la firma del capo dipartimento Maria Concetta Antinoro, per l’acquisizione dei “servizi generali di organizzazione, ospitalità, allestimenti, service, audio luci, pubblicità e promozione”, utili alla realizzazione degli Stati generali del Cinema che dovrebbero tenersi a Siracusa dal 12 al 14 aprile. In effetti di questa promessa c’è traccia solo nella rassegna stampa. Il 3 agosto, per la precisione, l’assessore diffondeva un comunicato per chiarire che l’evento si sarebbe tenuto “a Siracusa tra il castello Maniace, palazzo Beneventano del Bosco, palazzo Borgia del Casale” e “si tradurrà in un momento di ascolto e confronto per tutti i professionisti della filiera”.
Parteciperanno i più importanti stakeholder del comparto cinematografico, tra i quali le principali case di produzione, le diverse Film commission operanti nel territorio nazionale, i principali Festival del cinema (Venezia e Cannes), i Nastri d’Argento e i David di Donatello con tutte le associazioni di categoria. “Una pianificazione strategica” che, secondo l’assessore, “diventa essenziale per promuovere il cineturismo”. E persino Schifani sembrava convinto: “Porteremo il mondo del cinema in Sicilia”. Non importano i costi, né la loro ripartizione. La cabina di regia che, all’indomani di Cannes avrebbe dovuto vigilare sulle spese dei singoli assessorati, avrà passato al setaccio pure questi 480 mila euro? In ogni caso la Amata va avanti. Senza remore, e con le solite convinzioni. Cioè che il lavoro fatto da Fratelli d’Italia non va discusso ma soltanto apprezzato.
Fra le prime dichiarazioni dell’assessore, assai cliccate sui motori di ricerca, le parole d’elogio nei confronti del programma SeeSicily. Soprattutto sulle sue ricadute. “Le misure adottate dalla Regione per promuovere il brand Sicilia e favorire la ripresa delle attività turistiche e l’occupazione duramente colpite dalla pandemia – diceva lo scorso marzo – hanno raggiunto il loro scopo, a giudicare dai dati forniti dall’Osservatorio turistico regionale che vedono un costante aumento del numero di presenze registrate nell’Isola, il 120% in più in soli due anni”. Ci mancava che i flussi turistici fossero in diminuzione rispetto al periodo della pandemia. Peccato che negli stessi giorni, a mettere gli occhi su SeeSicily, fossero la Procura di Palermo e la Procura della Corte dei Conti, oltre alla Commissione Europea. Quest’ultima aveva segnalato la “possibilità che le spese siano connesse a irregolarità con gravi conseguenze finanziarie” invitando gli organi competenti a “riesaminare le verifiche di gestione delle operazioni connesse a SeeSicily al fine di garantire che siano stati selezionati solo progetti in possesso dei requisiti di ammissibilità”.
Per colpa del fallimento di SeeSicily – cui il dipartimento al Turismo ha provato a rimediare revocando i contratti con gli albergatori – la Regione dovrà restituire all’Europa 39 milioni mai spesi. Mentre i giornali si sono concentrati su un aspetto che continua a turbare le procedure a evidenza pubblica di via Notarbartolo, cioè l’enorme massa di denaro riservata alla voce ‘comunicazione’: nel caso di SeeSicily 24,8 milioni, usati per lucidare i bilanci dei grandi gruppi editoriali (da Publitalia ’80 a Raicom a Rcs di Urbano Cairo). Di fronte a tutto questo, l’assessore non ha usato giri di parole: “L’obiettivo di SeeSicily non erano i voucher: quello era un mezzo per attirare i turisti, per fare a sua volta ‘comunicazione’ della Sicilia. Le presenze, alla fine, ci sono state”. E ancora: “SeeSicily era soprattutto un progetto di comunicazione sulla Sicilia e su questo fronte ha funzionato in maniera pazzesca – ha detto Amata, con rara risolutezza, lo scorso agosto -. Il 2021 e il 2022 hanno fatto registrare numeri in risalita rispetto al periodo Covid. Il fatto che l’operazione dei voucher per le notti omaggio negli alberghi non abbia funzionato non significa che l’intera misura non sia servita”.
L’assessore non balbetta. I concetti le sono stati inculcati fino all’ultima parola (della serie “Mamma comanda e picciotto va e fa”). Non le servono gli stratagemmi dell’incorreggibile Scarpinato per guadagnarsi i titoli dei giornali (specie di alcune testate online amiche), il rispetto di Schifani e l’affetto dei patrioti. Anche il ministro Santanché, di recente, l’ha omaggiata con delle photo opportunity e chissà che non ci sia scappato un invito per una giornata al Twiga. Amata ha appreso l’arte dai suoi predecessori, il Balilla su tutti, e l’evento di Brucoli organizzato da FdI è servito a delineare le strategie del futuro. Cosa prevedono? “Una campagna di comunicazione importante” e puntare “sull’estero e l’internazionalizzazione. Dobbiamo andare in quei paesi che conoscono poco la Sicilia”. Come? Pagando ovviamente. “Bisognerà realizzare una campagna martellante negli aeroporti, sulle tv e sugli altri mezzi di comunicazione. Dobbiamo rispettare la mission del nostro assessorato: vendere il brand Sicilia”.
La parola d’ordine è vendere. E solo Fratelli d’Italia può riuscirci. Ad esempio, l’evento di Ortigia sul cinema fa parte di un immenso indotto da cui Palazzo d’Orleans spera di poter ricavare parecchi piccioli. Ovviamente secondo la Amata: “L’investimento pubblico nel settore dell’audiovisivo si finanzia da solo – ha detto qualche tempo fa -: gli ultimi due bandi della Regione Siciliana per la concessione di aiuti alle imprese cinematografiche (circa 20 milioni, ndr) hanno registrato un moltiplicatore di spesa sul territorio superiore al 300%”. Con numeri così, come fai a contraddirla?
C’è un ultimo aspetto che rende la narrazione verosimile. Cioè mettere a punto una macchina in cui gli ingranaggi sono perfetti, senza che nessuno possa remare contro. Dopo la sostituzione del dirigente Cono Catrini (quello che revocò i contratti con gli albergatori) e il ritorno della Antinoro, Elvira nostra è riuscita a far rientrare in servizio Lucia Di Fatta, che era stata a capo del dipartimento sia con Pappalardo che con Messina. Era andata in pensione alcuni mesi fa, ma l’assessore l’ha richiamata a titolo gratuito, per i prossimi sei mesi, con l’obiettivo di redigere “i provvedimenti di indirizzo politico finalizzati allo sviluppo delle attività amministrative di competenza dell’assessorato, con particolare riferimento – precisa il decreto di nomina – all’utilizzo dei fondi regionali, nazionali ed europei”. Siamo in una botte di ferro.