Altro bluff, altro spreco

Il rendering del centro direzionale della Regione siciliana, che sarebbe dovuto sorgere in via Ugo La Malfa a Palermo

Il Centro direzionale della Regione siciliana non potrà sorgere in via Ugo La Malfa, a Palermo. Dopo la norma fatta inserire da Marianna Caronia in Finanziaria (che veicolava 20 milioni, utili all’acquisizioone dell’area, in altra direzione), è stata la giunta a comunicare che sarà necessario “avviare ogni utile interlocuzione con il Comune di Palermo al fine di individuare un’altra area per l’ubicazione del centro direzionale della Regione avente caratteristiche adeguate ai necessari profili di carattere tecnico-urbanistico e alle rilevanti esigenze di mobilità”.

Palazzo D’Orleans ha stabilito di mettere nel cassetto il progetto per cui pure è saranno spesi circa 3 milioni di euro, 1 per il concorso di idee e 2 per l’aggiudicazione al vincitore. La fase di progettazione sicuramente andrà pagata, con conseguente aggravio per le casse della Regione. Il dipartimento tecnico ha comunicato la necessità di dare seguito agli impegni amministrativi finora assunti “tra i quali corre – si legge in delibera – l’obbligo di liquidare i premi di concorso e oneri accessori e le spese di gara, in ragione, anche, alle sentenze, passate in giudicato, del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana”.

Esistono però, così si legge nella relazione firmata dall’assessore Alessandro Aricò, delle criticità ancora non risolte che portano allo stop al progetto. Anzitutto l’immobile non è di proprietà della Regione ma del Fiprs, il “Fondo immobiliare Pubblico Regione Siciliana” che è in parte della Regione e in parte di soggetti privati. L’immobile sarebbe “da acquisire a libero mercato”. Mentre nel frattempo con delibera di giunta il 25 novembre 2022 è stata prorogata la durata stessa del fondo di un anno.

Il Centro, voluto dal governo Musumeci, avrebbe dovuto accogliere tutti gli uffici centrali e periferici dell’amministrazione regionale ubicati a Palermo, con un risparmio stimato in termini di affitti di 27 milioni di euro all’anno. Finora, però, è destinato a rimanere un sogno. Comunque dispendioso.

Paolo Cesareo :

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie