“Razza da un lato mostra successi inesistenti sulla riduzione della spesa per mobilità passiva e dall’altro né lui né il suo collega Armao nulla fanno per risolvere problemi enormi della Centrale Unica di Committenza che riguardano, nell’immediatezza, l’assistenza sanitaria siciliana. Gli ospedali hanno necessità di farmaci! Le case farmaceutiche hanno necessità di sapere quanto devono produrre perché, sia chiaro, non è semplice procurarsi farmaci da un minuto all’altro. La Sicilia rischia, a breve, di trovarsi di fronte ad uno dei più importanti disastri economici ed assistenziali causato da lungaggini, carenze ed inefficienze da parte della macchina burocratica regionale relativamente all’approvvigionamento dei farmaci”. A lanciare l’allarme è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Giorgio Pasqua a proposito della Centrale Unica di Committenza CUC che “non riesce a garantire tempestivamente le necessità rappresentate dalle Aziende Sanitarie per dare risposte alle esigenze assistenziali della popolazione”.
“Sono ormai prossime – spiega Pasqua – le scadenze delle proroghe di importanti procedure di gare, senza le quali le Aziende sanitarie saranno costrette ad acquistare i farmaci a prezzi più elevati o addirittura saranno impossibilitate a procedere agli approvvigionamenti. A breve scadrà la proroga di una gara strategica per l’acquisizione di farmaci salvavita e ad alto costo per importanti patologie (diabete, artrite reumatoide, malattie infiammatorie croniche intestinali) per la quale ad oggi le Aziende Sanitarie non hanno ricevuto alcuna indicazione in relazione alle attività da porre in essere. La CUC, ormai storicamente sottodimensionata e ben lontana dalla dotazione organica prevista, annaspa con clamorosi ritardi e disservizi per cercare di tamponare situazioni ormai divenute pressoché ingestibili. A tal proposito, non è chiara la strategia che la Regione intende adottare per risolvere le gravi problematiche, quali ad esempio l’incremento della dotazione organica della Struttura o soluzioni alternative. Si profila quindi un danno per i pazienti a causa del concreto rischio di mancato accesso delle terapie nonché un aggravio di spesa per il Servizio Sanitario Regionale” – conclude Pasqua.