Con le decisione odierna del Tribunale di Napoli, e in attesa degli eventuali ricorsi, Giuseppe Conte non è più presidente del M5S, né esistono più sul piano formale i vicepresidenti e i responsabili dei comitati (compreso quello di garanzia dal quale si è dimesso Luigi Di Maio) e lo Statuto stesso. Rimane solo il garante che c’era prima, cioè Beppe Grillo. E sul piano formale torna il reggente sempre di prima, Vito Crimi, che dovrà però mettere in piedi il percorso che porterà il M5S ad eleggere una guida a cinque, ovvero quanto era stato deciso dalla base con gli Stati generali. Lo scrive Matteo Pucciarelli su Repubblica. Il giudice Gian Piero Scoppa scrive che “l’adozione della presente cautela (cioè il ritorno alla vecchia struttura, ndr) non potrebbe dirsi preclusa dall’asserita potenziale insorgenza di problematiche di ordine tecnico connesse al funzionamento della pregressa ‘piattaforma’, trattandosi di eventuali aspetti di carattere meramente operativo suscettibili di svariate possibili soluzioni la cui individuazione resta concretamente riservata agli organi della associazione”. Tradotto: non ci sono scappatoie per non far decadere tutta la struttura politica.