Dovrà occuparsi di sciagure Alessandro Alfano. Il fratello dell’ex Ministro degli Esteri, ormai destinato all’Africa e all’avvocatura, continua la sua carriera in perenne ascesa. E’ stato promosso ai vertici di una struttura che si occupa di tutela aziendale in caso di terremoti o simili. La nomina in Postecom, una società collegata a Poste Italiane, nel 2013, aveva innescato una polemica senza fine. E indotto la Guardia di Finanza a consegnare alla Corte dei Conti siciliana un’informativa a proposito di alcune anomalie rilevate sul conto del fratello di Angelino. Nonostante un emolumento da 160 mila euro, non c’erano atti firmati che ne attestassero, per un bel periodo di tempo, la sua attività lavorativa. E ne giustificassero l’esborso da parte dello Stato. Il capo della Corte dei Conti ha chiesto un supplemento d’indagine, ma la partita non è chiusa.
La sua posizione ha cominciato a vacillare, anche da un punto di vista mediatico, in seguito a un’intercettazione pubblicata dai giornali, in cui erano coinvolti (e parlavano liberamente senza sapere di essere ascoltati) un collaboratore del ministro-fratello e il faccendiere Raffaele Piazza, che si vantava di aver facilitato l’assunzione di Alessandro grazie ai suoi buoni uffici presso l’ex amministratore di Poste Italiane. Su altri campi, però, Alfano jr ha giocato bene le sue carte, tanto da meritarsi, nel 2016, una promozione in Poste e Tributi, dove il suo salario è cresciuto, sfiorando le 180 mila euro annue.
Alessandro non s’è mai curato delle dicerie e oggi ha addirittura accresciuto il suo prestigio. Come rivelato dal Fatto Quotidiano, infatti, il nuovo ad di Poste Italiane Matteo del Fante ha nominato Alfano alla guida di una struttura interna a Poste Italiane, dove era stato dirottato il suo contratto (che gravita, ora, sulle 200mila euro), che si occupa di tutela aziendale. Alfano dovrà trasferirsi a Roma e interfacciarsi con il ministro dell’Interno – Salvini non ha mai fatto mistero di detestare (politicamente) il fratello – per gli aspetti di difesa civile nell’ambito del coordinamento delle attività in caso di emergenza. Dovrà uscire dall’anonimato e mantenere i contatti con tutti gli enti, anche di caratura internazionale, per fronteggiare la crisi e “garantire piani e procedure per la gestione di eventi calamitosi con impatto sull’azienda”. Avrà il suo bel da fare. Un ruolo di responsabilità vero e proprio che suggella una carriera in ascesa. Nonostante indagini e maldicenze.