Albania. Il decreto della Meloni contro la cautela di Mattarella

Oplà. E il decreto interministeriale diventa un decreto legge sui paesi terzi considerati sicuri (che passano da 22 a 19). La reazione del governo, e di Giorgia Meloni, allo stop del tribunale di Roma all’esperimento albanese si consuma in un Consiglio dei ministri veloce. Annunciato all’insegna del “non ci fermeranno”. E’ la reazione ciò che conta: perché ad ascoltare le voci del centrodestra ormai sopra Palazzo Chigi è tutto un sabba di magistrati e opposizioni. Il decreto legge, che forse non risolve il vulnus con l’Europa, è stato accompagnato in maniera silente ma costante dal lavorìo degli uffici legislativi del governo con quelli del Quirinale. Contatti a tutti i livelli fra lo staff di Meloni (in prima linea il sottosegretario Alfredo Mantovano) e il “mondo Mattarella”. Il presidente della Repubblica non si opporrà al dl. Tuttavia è preoccupato per l’efficacia del provvedimento, destinato a confliggere con la Ue.

I problemi riguardano i contenziosi con Bruxelles e appunto le difformità con le regole della Commissione, regole sui migranti destinate a cambiare fra un anno con un nuovo patto. Nel frattempo Mattarella non ravvedendo, almeno nelle interlocuzioni informali degli uffici, profili di incostituzionalità non ostacolerà il decreto. Al limite, è un’ipotesi ancora sospesa, potrebbe promulgarlo
accompagnandolo da una lettera di raccomandazioni come avvenne per i balneari. Tuttavia non è affatto detto che dal Quirinale arrivi nei prossimi giorni, una volta esaminato il testo definitivo, una nota scritta. Continua su ilfoglio.it

Simone Canettieri per Il Foglio :

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