Dopo appena una legislatura Lillo Firetto non è più il sindaco di Agrigento. Nuova batosta per il Partito Democratico, che perde il secondo capoluogo di provincia (a Enna, Cardaci è stato sconfitto nettamente da Dipietro). La corazzata del centrodestra ri-unito, infatti, regala la poltrona di primo cittadino a Franco Micciché (col 60%), che negli ultimi giorni aveva ricevuto l’endorsement niente meno che da Musumeci. Come a voler sancire la ritrovata unità all’interno della coalizione di governo, che si era presentata con tre candidati diversi al primo turno: Miccichè, di gran lunga superiore a Zambuto (Forza Italia e Diventerà Bellissima) e a Catalano (Lega-Fratelli d’Italia), adesso ha spazzato via pure l’ultimo ostacolo. Il suo nome, oltre a ricevere l’appoggio di cinque liste civiche, e del 37% degli agrigentini un paio di settimane, è stato sospinto dalla ritrovata voglia di “autonomismo”. Rappresentata da un uomo su tutti: il vicepresidente dell’Ars, Roberto Di Mauro. A Firetto, che aveva riunito attorno a sé una coalizione spuria (c’erano pure l’Udc e pezzi di Forza Italia), non è bastata l’ultima invettiva contro il governo della Regione – per l’ospedale pieno e abbandonato – né la parata del Giro d’Italia, a ottenere una riconferma.
Nel comune palermitano di Carini, invece, arriva la conferma per Giovì Monteleone. E’ l’unico successo di rilievo per il centrosinistra – stavolta senza Movimento 5 Stelle – dopo l’affermazione di Termini Imerese. Al ballottaggio per pochi intimi, Monteleone ha raccolto 5.600 voti di preferenza, circa 240 in più di Totò Sgroi (centrodestrra), che aveva nominato in giunta il candidato sindaco del M5s, Ambrogio Cinigliaro. “Congratulazioni ed auguri di buon lavoro a Giovì Monteleone per il successo elettorale che gli consentirà di continuare ad amministrare Carini per un altro mandato – è il commento di Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars -. Gli elettori hanno premiato la sua dedizione al servizio della comunità locale. Giovì Monteleone saprà completare nei prossimi cinque anni il programma di rigenerazione urbana e di rilancio della città di Carini per il quale potrà contare sul sostegno del gruppo parlamentare del PD all’Ars”.
Nel Siracusano, invece, si impongono Pippo Di Mare ad Augusta – qui è un’altra sconfitta altisonante per il centrosinistra, che aveva scelto di puntare sul decano Pippo Gulino – e il giovanissimo Marco Carianni a Floridia, che conferma il vantaggio di due domeniche fa e sgambetta Salvo Burgio. Due sfide civiche, è vero, col mirino puntato un po’ di più a destra. Ad Augusta, nella fattispecie, si è ribaltata la situazione del primo turno, dove Gulino (colpito anche dal Covid) partiva dal 31% contro il 27% dell’avversario.
Grande vincitore di questo secondo turno si conferma l’astensionismo: ad Agrigento ha votato il 42,62% degli aventi diritto, venti punti in meno rispetto a due domeniche fa. Ad Augusta il 61%, con una flessione di oltre 18 punti percentuali. Crollo simbolico anche a Floridia (-16,12%) e Carini (-14,53%), dove hanno votato rispettivamente il 59,79% e il 32,05% degli elettori.