Una delle opere simbolo dell’amministrazione Orlando, la Linea A del Tram che avrebbe dovuto attraversare l’asse centrale della città (passando da via Roma e via Libertà), è stata bocciata dal Consiglio comunale con un emendamento al piano triennale delle Opere pubbliche e approvato a larghissima maggioranza: 21 voti a favore, 9 contrari e 3 astenuti. Una decisione che potrebbe adesso pregiudicare la realizzazione dell’opera per complessivi 700 milioni di finanziamenti. E che ha scatenato la furia del sindaco Orlando e del suo assessore alla Viabilità, Giusto Catania.
Il primo cittadino parla di “un atto di irresponsabilità politica che produce danni incalcolabili per la città e che l’Amministrazione comunale cercherà di limitare facendo valere la evidente illegittimità di questa scelta amministrativa in ogni sede competente. Siamo in presenza di una scelta palesemente illegittima anche per eccesso di potere e contraddittorietà. È paradossale che tale scelta si ponga in contrasto con gli interessi della città, con l’utilizzo di risorse pubbliche e con i progetti e le scelte deliberate e approvate da tutti i governi nazionali che si sono succeduti negli ultimi anni che hanno sempre deliberato e finanziato proprio questa specifica opera. Nessuno si illuda: questa opera si realizzerà e la prossima amministrazione avrà il privilegio di inaugurarla”.
Persino più drastico Catania: “Una pugnalata alle spalle della città. Una pagina buia per Palermo. L’emendamento che toglie la linea A del progetto tram di Palermo è un atto criminale. Politicamente e moralmente criminale. Sarà poi la magistratura a verificare se ricorrono gli estremi di reato o il danno erariale. Una cosa è certa: si è sacrificato l’interesse pubblico per privilegiare interessi privati e logiche di parte. La linea A (Stazione centrale – Stadio) rappresenta il nodo fondamentale per tutto il sistema. Senza questa tratta, di fatto, non è sostenibile dal punto di vista economico, ecologico e trasportistico, l’intera rete tramviaria di Palermo. Non si possono collegare tra loro i depositi di Brancaccio e di Borgo Nuovo. E non potranno essere collegate col centro città i quartieri dello Zen, Sferracavallo, Mondello, Villaggio Santa Rosalia, Bonagia, Cep, la cittadella universitaria, il Policlinico, l’Ospedale Civico, la parte a monte della Circonvallazione”.
Soddisfazione da parte delle opposizioni. Fabrizio Ferrandelli dice che la linea A avrebbe provocato “uno squarcio nella città”, “deturpato il centro e appesantito una superficie bellissima ma già martoriata. Bisognava e bisogna investire nel sottosuolo per la mobilità. Non in superfice. Alleggerire il traffico e non appesantire gli assi viari. Questo è un risultato importante. Un punto del mio programma in netta contrapposizione all’amministrazione attuale che non è riuscita, in questi 5 anni, a portarla a casa. La palla, adesso, torna al centro e la parola ai palermitani che con il voto di primavera potranno decidere quale modello di mobilità migliore sostenere. Noi siamo per quella sostenibile. Per quella che non deturpa”.
Anche la Lega incassa il successo: “Così per come strutturato – dicono il capogruppo Igor Gelarda e Marianna Caronia – questo tram non è utile alla città, anzi rischia di danneggiarla pesantemente. Ora è finalmente chiaro che non si perderà nessun finanziamento, anzi si liberano risorse per il cui utilizzo metteremo nero su bianco idee e proposte utili alla città. Per far questo, coinvolgeremo esperti e cittadini, come non hanno voluto e saputo fare Leoluca Orlando e Giusto Catania, caparbiamente impegnati a imporre la propria idea. Una volta superato lo scoglio del tram, voteremo per l’approvazione del Piano Triennale delle opere pubbliche, per dare la possibilità di realizzare quelle opere, per la verità veramente poche, che questa incapace amministrazione potrà realizzare”.