“C’eravamo tanti amati”. No, manco quello. Perchè Carlo Calenda e Matteo Renzi si sono sempre detestati, più o meno cordialmente. E ora che sul tavolo c’è l’eredità politica di Silvio Berlusconi, anche il galateo va a farsi benedire. “La pazienza è finita”, fa filtrare lo stato maggiore di Azione, intimando al (quasi) amico di sciogliere Italia Viva. Ma i renziani fanno spallucce. Intanto tessono contatti con gli azzurri. E Calenda – come la polizia dei B movie – s’incazza.
La costruzione del Partito unico del Terzo Polo si riduce presto in macerie. A dare fuoco alle polveri stavolta è il leader di Azione. Una fonte autorevole del partito sibila a Marcello Campo dell’Ansa tutto lo scontento nei confronti dell’ingombrante alleato. “Basta tatticismi. Renzi non vuole sciogliere Italia Viva, non vuole finanziare il nuovo soggetto e le campagne elettorali”. I calendiani osservano con crescente preoccupazione le mosse di Renzi a casa sua. Il leader di Iv ha sostituito a sorpresa Ettore Rosato da coordinatore del partito. “Vuole controllarne direttamente i soldi e la struttura”. In questo modo, poi, delegittima anche il comitato politico della federazione del Terzo Polo “dove oggi non siede nessun rappresentante di IV in grado di prendere impegni”. E’ il comitato politico che istruisce i lavori del congresso fondativo, che dovrebbe tenersi in autunno. Insomma, per Azione Renzi non ci crede. Continua su Huffington Post