Non è il Gianfranco Micciché raggiante di qualche settimana fa, quando chiuse l’accordo su Cascio con Lega e Cantiere Popolare. Da quella presentazione a Mondello sono cambiate molte cose e il coordinatore regionale di Forza Italia, per togliere le castagne dal fuoco a una coalizione sull’orlo del baratro, ha dovuto accontentarsi: “Questa di Lagalla è stata un’operazione politica per tenere unita la coalizione. C’è dispiacere per aver chiesto un passo indietro a Cascio”. Il medico ne esce un pizzico amareggiato: “Lo sono anch’io – spiega Micciché in modo trasparente – perché avrei preferito chiudere su Cascio. Ma spesso nella vita bisogna fare buon viso a cattivo gioco”.
Lagalla vi dava più garanzie sotto il profilo elettorale?
“Andavano benissimo entrambi. Sia dal punto di vista elettorale che per la capacità di fare il sindaco. La coalizione esce enormemente rafforzata. A questo punto consideriamo quasi impossibile perdere”.
Fratelli d’Italia ha accettato di accantonare il discorso sulla Regione per conservare l’unità a Palermo?
“Non so se l’abbia accettato o meno. Ma per noi era la conditio sine qua non per poter trattare. Altrimenti non avevamo di che parlare”.
Quali sono i rapporti con FdI?
“I rapporti con FdI, in Sicilia, sono da sempre straordinariamente buoni. Non buoni. Straordinariamente buoni. E continueranno ad essere così. Cannella, la Varchi… sono tutti amici. Carolina non la conoscevo bene, ma in questa vicenda ha mostrato grande maturità. E’ una persona in gamba e molto apprezzata. Non abbiamo mai avuto problemi, e non ne avremo in futuro”.
Voi avete fatto un passo indietro, la Lega addirittura due. Costituisce un’ipoteca sulla scelta del candidato governatore?
“Diciamo che il passo indietro l’hanno fatto un po’ tutti. Anche Fratelli d’Italia con la Varchi. Quello che ho notato nel corso dell’ultima riunione – e l’ho detto apertamente e con soddisfazione – è che c’è stata una grande serietà e una grande voglia di arrivare alla soluzione più giusta. Su questo non ho niente da rimproverare a nessuno”.
Musumeci è felice per Lagalla, ma insiste nel dire che lui è in campagna elettorale dal 2017.
“Sono abbastanza convinto che, al momento opportuno, capiremo chi è il candidato migliore per la Regione. Non credo sia Musumeci. Mi dispiace ma non cambio idea”.
Perché?
“Non nasce da un fatto di antipatia o di cattiveria. Ma il suo è stato un atteggiamento che ha tentato di rompere la coalizione, è difficile immaginare un seguito… Però ho detto pure che se la coalizione dovesse scegliere Musumeci, mi adeguerò. Considero abbastanza difficile che possa vincere, ma sono anch’io un uomo di partito e certe cose le capisco”.
Dell’Utri, che è il riferimento dell’ala ribelle di Forza Italia, aveva puntato sul candidato Lagalla fin dall’inizio. Come ne esce la sua leadership?
“Non c’era un candidato di una corrente, piuttosto che di un’altra. Né qualcuno ha vinto su qualcun altro. Io mi sento molto forte per aver continuato a fare, da 28 anni a questa parte, il bene di Forza Italia”.
Ora ha invitato tutti gli assessori regionali a candidarsi. Compreso Armao.
“E’ il momento di dimostrare attaccamento a Forza Italia. Quando all’inizio lo abbiamo chiesto, qualcuno aveva risposto di sì, poi ha ritenuto di non poter andare contro un compagno di giunta… Oggi questa situazione non c’è più. Chi vuole bene a Forza Italia ha la possibilità di dimostrarlo. Su 40 posti in lista, 25 sono “miei”: poi hanno messo candidati anche Tamajo, Mineo, Schifani, Tantillo. Chi rimarrà ad osservare anche stavolta dalla poltrona, poi non potrà considerarsi protagonista della vita del partito”.
Parla di Armao?
“Non solo”.
A Palermo l’unico a tirarsi fuori ufficialmente è Matteo Renzi. Lei l’ha definito “uno scienziato”.
“Forse ho un po’ esagerato, nel senso che mi ero appena svegliato quando ho detto quelle cose. Però è una scelta che mi sorprende. Non ne colgo la logica. A Genova Italia Viva sta con il centrodestra. A Palermo è rimasta con Lagalla finché era appoggiato da Fratelli d’Italia, poi arriviamo noi e la Lega, e lui che fa? Esce? Davvero non capisco. Ognuno la pensa come vuole, ma credo che Forza Italia, per Renzi, rappresenti uno degli elementi di minor imbarazzo”.
Su chi punterebbe come vicesindaco?
“Francesco Cascio, nessun dubbio”.
Crede che verrà approvata la Finanziaria entro la prossima settimana?
“Sull’esito c’è poco da dire: siamo obbligati. Ma con questo governo c’è sempre qualcosa che non torna. L’altro giorno l’assessore Armao è venuto in aula e ci ha invitato a fare presto. Io l’ho letta come una provocazione, perché le carte sono arrivate l’ultima settimana di aprile… Pur di accelerare mi sono assunto la responsabilità di non passare dalle commissioni, e tutti si sono lamentati. Cos’altro vogliono? Invece di chiedere scusa e mettersi a disposizione, hanno avuto l’atteggiamento di dire: ‘sbrigatevi’. Non funziona così”.