Sgravi contributivi dal 30% a scalare fino al 2029. E’ il piano del Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, che vuole restituire una speranza alle imprese del Mezzogiorno. I datori di lavoro privati, tranne il settore agricolo, pagheranno 914 milioni in meno di contributi per i loro 3 milioni e 54 mila dipendenti attuali, contratti a termine inclusi. Lo scrive Repubblica. La misura è stata inserita nel decreto Agosto e, per il momento, durerà dal primo ottobre al 31 dicembre. Ma Provenzano vorrebbe prorogarla fino al 2029, al costo di 5-6 milioni annui. Conta di farlo grazie al programma ReactEu, l’unico del Recovery Fund già attivabile anche nel 2020, o i classici fondi strutturali. E’ la cosiddetta fiscalità di vantaggio, che la Sicilia (senza fortuna) reclama da tempo. Qualche settimana fa in Assemblea regionale è stata approvata anche una mozione del Partito Democratico, che fra le altre cose prevedeva la creazione di una sottocommissione per mettere a punto le misure.

L’obiettivo di Provenzano, che coglie la palla al balzo, è rendere attrattive e competitive le nove regioni del Mezzogiorno che rientrano nel perimetro delle “aree caratterizzate da gravi situazioni di disagio socio-economico”: Umbria, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Regioni che nel 2018, oltre a un’occupazione sotto la media nazionale, avevano un Pil pro-capite inferiore al 75% della media Ue a 27 o compreso tra il 75 e il 90%, come nel caso dell’Umbria. La misura – si legge sempre nel decreto che è all’esame del Parlamento – serve a “contenere gli effetti straordinari sull’occupazione” della recessione Covid e a “garantire la tutela dei livelli occupazionali”. L’unico scoglio, dato che le risorse saranno un problema, riguarda le autorizzazioni europee: non bisogna cadere nella trappola degli “aiuti di Stato”. La riduzione a lungo termine del costo del lavoro andrebbe applicata a tutti i lavoratori in questione, compresi i precari.

Il taglio dei contributi sarà del 30% fino al 2025, poi 20% fino al 2027 e 10% fino al 2029. Il ministro Provenzano – in sintonia con i colleghi – conta di agganciare questa nuova fiscalità ad un piano ambizioso per il Sud: asili nido con il tempo pieno, formazione per le donne che vogliono attivarsi, alta velocità, digitalizzazione, scuole, ospedali, tribunali, startup, agricoltura sostenibile. E punterà i piedi perché al Mezzogiorno vada oltre il 34% dei 209 miliardi previsti dal Recovery Fund, una percentuale pari all’incidenza della popolazione meridionale sul totale italiano.