A Palermo si fa l’alba ma anche a Roma ci si muove. La direzione è segnata: fare presa sul governo Conte per ottenere di spalmare la parte più cospicua del disavanzo con lo Stato (circa 540 milioni di euro) in 30 anni anziché in tre. In questo modo anche la Finanziaria approvata questa notte da Sala d’Ercole tornerebbe ad avere un senso.
Della partita fa parte Stefania Prestigiacomo, deputata di Forza Italia, che è la prima firmataria di un ordine del giorno, che impegna il governo a estendere i vantaggi della legge 145 del 30 dicembre al 2018 anche alla Sicilia, che al momento ne rimane fuori. La legge di riferimento è quella che concede alle province di Trento e Bolzano, ma anche a molte regioni, la possibilità di “ripianare in trenta esercizi, a quote costanti, l’eventuale disavanzo derivante dalla cancellazione (…) dei crediti e dei debiti relativi alla Programmazione 2007/2013, derivanti da assegnazioni dello Stato e dell’Unione europea e dei crediti tributari contabilizzati come «accertati e riscossi» entro l’esercizio 2002 (…), non effettivamente versati”. In soldoni, si impegna il governo a “valutare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, l’opportunità di adottare ogni iniziativa normativa finalizzata a modificare il comma 874 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 per garantire la piena trasparenza dei bilanci regionali consentendo il ripianamento in trenta anni dell’eventuale disavanzo derivante dalla cancellazione per l’esercizio 2017 a seguito di accertata carenza dei presupposti giuridici di crediti e di debiti contabilizzati”. E’ un’iniziativa, quella della Prestigiacomo, che sostituisce il tentativo di emendare il decreto semplificazione, arrivato blindatissimo in Parlamento e già approvato al netto di modifiche. E che sarebbe utile, anzi necessaria, per liberare risorse per investimenti a sostegno dell’economia.
La Prestigiacomo, assieme ai colleghi di Forza Italia Germanà, Bartolozzi, Scoma, Minardo e Siracusano, ha anche chiesto la calendarizzazione di un disegno di legge che preveda la sospensione del prelievo forzoso effettuato dallo Stato nei confronti delle ex province siciliane (molte delle quali versano in stato comatoso) fino al 2020 e il rimborso delle somme già incassate.