Ultimo giorno di lavoro per il presidente del Tribunale di Palermo. Salvatore Di Vitale va in pensione e lascia con un bel numero di arretrati. Stiamo parlando, ovviamente, dei processi che non si sono potuti celebrare a causa del Coronavirus: “Già in tempi normali le nostre strutture giudiziarie erano insufficienti – ha detto Di Vitale, intervistato da ‘Repubblica’ -. L’assembramento di certe aule era davvero insopportabile. Ora, dopo l’emergenza Covid, ripartire sarà davvero complicato. In due mesi sono stati rinviati 13 mila processi”. “Ho combattuto una battaglia campale contro la carenza di risorse. Soprattutto nell’ufficio Gip – spiega Di Vitale, che ha esordito nel suo ruolo nel 2015, quando scoppia lo scandalo Saguto -. In nessun tribunale d’Italia si è dovuto ricorrere a tanti trasferimenti di ufficio per garantire funzionalità almeno sufficiente, se non ottimale, a un settore”. Oggi, sottolinea, “manca il dieci per cento dei giudici, si è arrivati anche al venti nei mesi scorsi. Ma il vero nodo della questione è la pianta organica, che non è mai stata aggiornata”. Il post-Covid si aggiunge ai problemi: “Anche quando sarà finita l’emergenza, nelle aule che ci ritroviamo non potranno celebrarsi più di 35 processi al giorno. I colleghi si troveranno a dover smaltire in breve tempo un grande carico di lavoro”.
Paolo Mandarà
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A Palermo 13 mila processi arretrati
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