“Ogni giorno Salvini e Meloni si svegliano e lottano contro i sostegni dello Stato alle persone e alle famiglie in difficoltà economica. A ogni occasione – l’ultima il Consiglio dei Ministri di oggi – alcune forze anche di maggioranza si danno da fare per sabotarli. Si battono contro gli aiuti per chi è senza lavoro, per chi lo sta cercando o affonda nel precariato, senza percepire paghe dignitose”. Lo ha detto il capo politico del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, al termine del Cdm di oggi, in cui la misura del reddito di cittadinanza è stata rifinanziata per 200 milioni. Nonostante le resistenze di alcuni partiti, fra cui la Lega.
“Una recente elaborazione di Openpolis su dati Ocse ci ricorda che l’Italia è l’unico Paese europeo in cui i salari sono diminuiti rispetto al 1990. Le sofferenze economiche aggravate dalla pandemia sono sotto gli occhi di tutti. A fronte di questo, cosa si fa? Ci si adopera per chi non arriva a fine mese o è senza lavoro? Si appoggia la proposta del Movimento 5 Stelle per un salario minimo? No, ogni mattina Salvini e Meloni puntano la sveglia e cercano di affossare il sistema di welfare italiano a suon di dichiarazioni roboanti. Per Giorgia Meloni i percettori del Reddito di cittadinanza sono paragonabili a dei tossicodipendenti a cui lo Stato passa il “metadone”. Per Matteo Salvini sono parassiti che non vogliono lavorare. Matteo Renzi con tracotanza ha annunciato in tv un referendum per abolire questa misura di protezione sociale. Per alcune delle forze politiche rappresentate al Governo – insiste Giuseppi – questo è diventato un terreno di scontro politico vissuto sulla pelle dei cittadini bisognosi”. Poi la conclusione: “Giù le mani dal Reddito di cittadinanza. Certo, il M5S è al lavoro per migliorarlo sul lato delle politiche attive e di inserimento nel mercato del lavoro, da sempre carenti in Italia. Noi ci rimbocchiamo le maniche per trovare soluzioni. Invito Salvini e Meloni, così come quelli che la pensano come loro al Governo, a fare lo stesso. E a smetterla di assaltare uno strumento di civiltà. Noi non lo permetteremo”.