Per Margherita La Rocca Ruvolo, presidente agrigentina della commissione Salute, l’assessore Razza ha mantenuto le promesse (“Sorgeranno tre case di comunità a Cattolica Eraclea, Cammarata e Raffadali”, esulta). Per Antonello Cracolici, deputato palermitano del Pd, assolutamente no (“Le nostre indicazioni non sono state recepite”). La missione 6 del Pnrr, quella relativa agli investimenti per la sanità – in Sicilia pioveranno 800 milioni circa – rischia di trasformarsi in una guerra fra campanili. In una gara di testate fra province alfa. In una riffa che non tiene conto delle reali esigenze del territorio, ma solo degli interessi scrupolosi dei deputati (e degli assessori) che aspirano a raccogliere qualche consenso in più grazie alla localizzazione di case e ospedali di comunità all’interno del proprio recinto elettorale.
Ne parlano come fosse una rivoluzione. Ma questa rivoluzione non si potrà fare se la Regione non invierà a Roma, entro il 28 febbraio, le schede dei singoli progetti (il caricamento sul portale Agenas compete alle Asp, che non hanno abbastanza tecnici). Né, come sollevato dal parlamentare grillino Giorgio Pasqua, se gli immobili in cui allocare le nuove strutture non appartengono direttamente alle aziende sanitarie di riferimento. Un evidente problema per il 30% di esse, ma Razza minimizza (dicendo che il Pnrr contempla la possibilità di acquisire nuovi immobili e che c’è tutto il tempo per individuarli). Al momento le preoccupazioni sono altre: in primis, quella di garantirsi un posto al sole. C’è riuscita la provincia di Catania, che esce rafforzata dall’ultima distribuzione: tre ospedali di comunità in più (si tratta di ospedali con venti posti letto per malati cronici), che saranno allocati ad Adrano, Mineo e Vizzini. Esce a pezzi Palermo, dove sorgeranno tre mini ospedali anziché cinque: “Il capoluogo è sottodimensionato. E a Carini e Bagheria non sono previsti ospedali ma case di comunità”, si lamenta Cracolici.
E’ già un passo avanti che il piano sia stato portato in commissione e non diramato, via sms, ai sindaci più fortunati (inseriti in una lista broadcasting – “Diciamo grazie a Razza” – dal segretario particolare di Musumeci). E’ un miracolo che l’assessore abbia mantenuto la promessa di confrontarsi coi deputati – strappata durante il dibattito sul Pnrr all’Ars – dopo aver agito in piena autonomia durante la fase-1, quella della ricognizione. Il confronto è entrato nel vivo a pochissimi giorni dalla scadenza. Non è detto che vengano fuori risultati funzionali (a tutti, s’intende) e di pregio. Ma qualcuno potrà dire di averci provato. Viva la sanità degli umili.