Alla vigilia del 3 ottobre, una data divenuta tristemente celebre per il naufragio di un’imbarcazione all’Isola dei Conigli, nel 2013, in cui morirono 368 persone, al Parlamento di Bruxelles, di fronte alla commissione Libertà Civili (ne fa parte anche l’ex medico di Lampedusa, Pietro Bartolo) ha fatto capolino Carola Rackete. La capitana di Sea Watch è ancora indagata dalla procura di Agrigento, ma il Gip ne ordinò la scarcerazione a quattro giorni dal “mancato” speronamento con una motovedetta della Finanza all’ingresso del molo Favaloro. A seguito del durissimo scontro con Matteo Salvini, che l’aveva definita “delinquente”, “criminale” e “sbruffoncella”, Rackete aveva ignorato l’alt dei militari e, dopo aver violato le acque territoriali, raggiunse terra con la forza.
Ieri la capitana è stata accolta dall’ovazione dei deputati. Ma non ha risparmiato un attacco durissimo nei confronti dell’Ue: “Dove eravate quando chiedevo aiuto? Il caso della Sea Watch ancora una volta ha fatto notare che gli Stati membri non sono disposti ad affrontare i tempi moderni. – ha detto la Rackete – Non sono disposti a ridistribuire una nave con 53 persone. Come se a bordo ci fosse stata la peste invece che persone esauste. È stato una vergogna notare questo atteggiamento dall’Europa, la culla dei diritti umani. Nonostante il parere delle persone, tutta una serie di istituzioni ha innalzato un muro. Io sono stata attaccata, mi sono ritrovata da sola”.
“Con il decreto sicurezza – ha detto la capitana coraggiosa riferendosi all’Italia – venivo considerata una minaccia all’ordine pubblico. Ho ricevuto una serie di attenzioni solo dopo essere entrata in porto. Dove eravate quando abbiamo chiesto aiuto attraverso tutti i canali diplomatici e ufficiali? Unica risposta ricevuta era stata quella di Tripoli. Ho dovuto entrare nel porto di Lampedusa non come atto di provocazione, ma per motivi di esigenza”. E’ stata la stessa interpretazione del Gip, che infatti ha revocato quasi subito le misure cautelari (i domiciliari in quel caso). “Non so come l’Italia abbia approvato una legge che non rispetta il diritto internazionale e del mare” ha detto ancora la volontaria.