Non ci sono più le anime belle di una volta. Caterina Chinnici, la santuzza dell’antimafia, non demorde: ha cambiato casacca, ha floppato alle elezioni, ma è inchiodata lì che pretende da Forza Italia la giusta ricompensa per avere tradito il Pd ed essere approdata tra le braccia dei berlusconiani: se non ottiene per la terza volta il seggio di Strasburgo, con annesso vitalizio di ventimila euro al mese, si accontenta, si fa per dire, del ricco assessorato regionale alla Sanità. Francia o Spagna purché si magna. Il male oscuro del potere ha contagiato anche le anime belle nascoste nel meraviglioso mondo dell’informazione. Un tempo denunciavano scandali e malaffare, corruzioni e ruberie. Sembravano tante piccole Rosa Luxemburg, pronte alla rivoluzione e alla conquista del Palazzo d’Inverno. Sono diventate le sorelline servizievoli dei peggiori Fratelli d’Italia.