Non è solo l’uomo dei miracoli. E’ anche l’uomo che moltiplica se stesso. La mattina si sveglia e deve pensare come nutrire, con denaro pubblico, i suoi amici più cari: quelli sistemati tra le stanze dorate di Palazzo d’Orleans. Poi, alla controra, deve decidere se indossare le vesti di assessore all’Agricoltura o quelle di plenipotenziario della Sanità e supplire con la sua arguzia all’assenza dei titolari. Sul far del vespro altro bivio, ovviamente da commissario straordinario: prendere in mano il dossier sul disastro delle autostrade o volare alto sui termovalorizzatori e sul futuro della monnezza? E all’imbrunire, nell’ora “che volge il disio ai navicanti”, è già in affanno: deve ancora correre da qualche parte a fare da spalla a Edy Tamajo, candidato alle europee. Povero Schifani. Governare bene la Sicilia sarebbe già tanto. Ma lui vuole sempre esagerare.