Quando c’era la disciplina, se un alto ufficiale non manteneva la parola data o ingannava l’autorità superiore veniva quantomeno degradato. Nella repubblichetta amministrata da Renato Schifani succede invece che due alti funzionari della sanità pubblica assumono ufficialmente l’impegno di saldare le spettanze dei convenzionati entro il 15 maggio ma siamo alla fine del mese e le strutture non hanno visto ancora l’ombra di un quattrino. Succede pure che il presidente della Regione, il quale non perde mai l’occasione di minacciare strigliate a destra e a manca, davanti alla strafottenza di Daniela Faraoni e Amalia Colajanni, dirigenti della Asp palermitana, diventa mansueto come un agnellino. Da quando la Faraoni gli ha baciato la pantofola lui crede che l’Asp sia roba sua. Impunità per tutti, dunque. Anche per quelli che hanno scavalcato i confini della decenza.