Sono tutti lì che gorgheggiano e si pavoneggiano, manco fossero i padroni delle ferriere. C’è il presidente della Regione che, attorniato da pagnottisti e filibustieri, crede di essere il reuccio della sanità, pubblica e privata; di avere il dominio su cliniche e ospedali, su ambulatori e laboratori, su infermieri e barellieri: tutti ai suoi piedi. E poi c’è il fantasma dell’assessore che prepara i decreti e i combinati disposti, che mette i bolli e segna i protocolli. E ci sono pure i capi dipartimento che scrivono alle strutture e alle nomenclature, che chiedono tabulati e dati aggiornati. Ma chi comanda veramente nel complicato mondo dell’amministrazione sanitaria non è né Schifani né la Volo. Il potere assoluto è nelle mani di anonimi funzionari delle Asp, di tanti piccoli e invisibili Fantozzi alle prese, giorno dopo giorno, con le tabelline pitagoriche. E’ gente che non sa dell’esistenza dei computer, che non ha dimestichezza con i sistemi informatici, che vede il digitale come una stregoneria da tenere a debita distanza. Se a questi signori si spezza la matita della contabilità, automaticamente si fermano i pagamenti. I convenzionati restano all’asciutto e sospendono le prestazioni. Con la conseguenza che i pazienti non sanno più dove sbattere la testa.
Prendete l’Asp di Palermo. I vertici di Piazza Ottavio Ziino, sopraffatti dall’indecenza dei ritardi e dalle proteste degli operatori, hanno chiesto una sorta di cronoprogramma sui pagamenti. L’Asp ha risposto puntualmente e ha comunicato – con lettera ufficiale, bolli e protocolli – che entro il 15 maggio sarebbero stati saldati non solo gli arretrati del 2022 ma anche l’ordinario mensile di gennaio 2024.
Macché. Siamo già al 22 maggio e dei pagamenti non si avverte nemmeno un lontano odore.
L’impegno, assunto con un documento formale, era evidentemente farlocco. Daniela Faraoni e Amalia Colajanni, le due satrapesse dell’azienda sanitaria, hanno preso in giro, ancora una volta, tutti quelli – come Schifani, la Volo, Iacolino – che credono di governare la sanità. La commissaria dell’Asp e la responsabile delle Cure primarie sanno che il potere politico passa e va. Mentre loro resteranno sempre lì, nei loro uffici. Incontestabili e inamovibili.
La sanità sprofonda non solo per le aste truccate, per i medici che scappano dagli ospedali, per i pronto soccorso che scoppiano di violenza. Sprofonda anche per l’incontenibile arroganza delle tabelline pitagoriche.