Da una settimana esatta il presidente della Liguria, Giovanni Toti, è agli arresti domiciliari. Più passano i giorni e più le dimissioni si fanno plausibili: lo statuto prevede una reggenza solo temporanea e non è possibile sapere se il gip, dopo l’interrogatorio che dovrebbe avvenire in settimana, gli revocherà o no gli arresti. Se resterà ai domiciliari, non avrà (quasi) scelta.
Sul futuro politico di Toti si assiste, da giorni, a un balletto di posizioni all’interno del centrodestra che scivolano dal sostegno di maniera, alla solidarietà un po’ tiepida, agli attacchi alla magistratura, fino alla volontà di isolarlo, che sarebbe un modo per andare subito al voto.
Partiamo da Fratelli d’Italia, che ha offerto reazioni differenti. A caldo aveva sorpreso la dichiarazione di Matteo Rosso, coordinatore di FdI in Liguria, che non aveva escluso le dimissioni. Deve essersi preso una ramanzina di quelle epocali, perché ha passato tutto il resto della giornata ad adeguarsi alla linea ufficiale del partito. Che era, più o meno, la seguente: “Fratelli d’Italia esprime la massima solidarietà al presidente Giovanni Toti e, confidando nell’operato della magistratura, rinnova la fiducia al governatore”. Grande formalità, grande distacco. Il motivo? Esporsi per Toti non è certo la priorità dei patrioti, anche perché arrivare a nuove elezioni significherebbe poter piazzare un proprio nome e tentare di aumentare lo scarno gruppo di governatori di FdI. Tra i meloniani, però, qualcuno si è esposto un po’ di più per Toti. Tra questi il ministro della Giustizia, Carlo Nordio: “Le mie perplessità non sono mai sul momento in cui scatta il provvedimento cautelare rispetto all’imminenza delle elezioni” ma “riguardano una misura rispetto al tempo in cui è stato commesso il reato ed è iniziata l’indagine”, ha dichiarato il Guardasigilli. Parole che sono state considerate irrituali dalle opposizioni e che un po’ stonano con la politica panpenalistica e manettara di questo governo. Continua su Huffington Post