Prima di partire il progetto del Ponte sullo Stretto ha bisogno di 239 risposte ad altrettante richieste di integrazioni e documenti da parte del ministero dell’Ambiente. Tante, troppe, per i critici della maxi-opera sostenuta da Matteo Salvini e che dovrà collegare Calabria e Sicilia. Un numero congruo dato il progetto, secondo la società Stretto di Messina, la partecipata del Mef incaricata di realizzare l’opera.
Gli appunti sono contenuti in undocumento di 42 pagine della commissione tecnica di valutazione di impatto ambientale Via-Vas. Per la valutazione di impatto ambientale vera e propria sono state richieste 155 integrazioni. Altre 66 i sono state richieste per la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un’opera sui siti Natura 2000, i siti protetti di interesse Ue. Per il Piano di utilizzo terre sono state richieste 16 integrazioni, per la Verifica di ottemperanza due. Rilievi che vanno a sommarsi alle 68 raccomandazioni fatte dal comitato tecnico incaricato di esaminare il progetto definitivo del ponte, presentato dal consorzio privato Eurolink, guidato dalla multinazionale italiana delle costruzioni Webuild. Queste ultime spaziavano dall’aggiornamento della valutazione del vento e del piano di prevenzione degli effetti di possibili terremoti a esami per confermare i livelli di sicurezza dell’opera. Fonti vicine alla Stretto di Messina spiegavano che gli aggiornamenti e i controlli saranno svolti lungo tutto l’arco del progetto esecutivo e anche successivamente alla costruzione dell’opera, quando l’infrastruttura andrà monitorata. Continua sull’Huffington Post